Dal 13 al 18 luglio al Teatro Verdi di Trieste va in scena l’incantevole “Lago dei cigni”

Facciamo un salto indietro nel tempo. Ci troviamo nella fredda Mosca, di fronte alla maestosa costruzione in stile neoclassico del Teatro Bolshoi e l’anno è il 1877. Qui debutta “Il lago dei cigni”, un’opera che diverrà presto una pietra miliare del balletto classico, ma non subito. Difatti, il primo dei tre balletti musicati da Pëtr Il’ič Čajkovskij collezionò un fiasco dietro l’altro per scene, ballerini e orchestra. Fortunatamente però, il balletto venne poi rielaborato dai coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov, nonché dal compositore italiano Riccardo Drigo. Il successo fu immenso. Ed è con la loro coreografia che, nel 2021, il corpo di ballo della Lviv National Academic Opera and Ballet Theatre “Solomiya Krushelnytska” calca il palco del Teatro Verdi.

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Per chi fosse a digiuno di Čajkovskij, “Il lago dei cigni” narra la storia d’amore del principe Siegfried e della bella Odette. Odette è una fanciulla umana di notte, ma costretta nella forma di cigno dal malvagio mago Rothbart al sorgere del sole. Solo una promessa di matrimonio fatta in punto di morte potrà sciogliere l’incantesimo che tiene prigioniera la giovane. Quindi, Siegfried la invita al ballo che si terrà a palazzo il giorno dopo, in cui lui dovrà scegliere una sposa. La sera successiva, però, Rothbart fa assumere a sua figlia Odile le sembianze di Odette in modo da sedurre il principe. Fortunatamente il piano fallisce e Siegfried corre a cercare la vera Odette. Vi sono molte versioni diverse del finale, ma ciò che le accomuna tutte è il trionfo dell’amore tra Odette e Siegfried.

Per scrivere il libretto, Vladimir Petrovic Begičev si ispirò a un’antica fiaba tedesca, “Der geraubte Schleier”, “Il velo rubato”, seguendo il racconto di Jophann Karl August Musäus.

Ed è proprio quest’atmosfera fiabesca che tinge l’intero teatro di magia.

Non è la prima volta che “Il lago dei cigni” va in scena al Teatro Verdi. Dal 1953 fino al 2015, 6 splendide compagnie hanno portato questo balletto sul palco triestino. Tuttavia, sono certa che la rappresentazione del 2021 rimarrà per sempre incastonata nella memoria del pubblico.

Sotto la guida del grande direttore Yuriy Bervetsky, la musica soave e cristallina dell’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi riempie la sala.

Dopodiché le tende si aprono su di una scenografia monumentale e fiabesca, raffigurante con dei dettagli mozzafiato il favoloso palazzo e poi il bosco incantato.

Entrano quindi i ballerini del Lviv National Academic Opera and Ballet Theatre. I costumi sono un’opera d’arte, sfolgoranti in un tripudio di colori e brillanti splendenti. Per non parlare dell’iconico costume di piume candide di Odette e di quello nero di Odile.

Le esibizioni del corpo di ballo sembrano degli splendidi dipinti portati alla vita e sono accolti da uno scroscio di applausi. Seppur molto giovani, tutti i ballerini si rivelano eccezionali nelle vivaci feste a palazzo, così come nelle delicate vesti di cigni. Vitaliy Ryzhyy e Uljana Korchevska, rispettivamente nei panni del tutore di Siegfried e della Regina Madre, sono entrambi squisiti, e bisogna ammettere che il buffone di corte interpretato da Serhiy Lomovitsky ha veramente rubato il cuore del pubblico.

Tuttavia, i tre protagonisti assoluti della serata sono stati Yevheniy Svyetlitsa nei panni di Rothbart, Denis Nedak in quelli del Principe Siegfried e la meravigliosa Natalia Matsak come Odette e Odile.

Leggiadri e appassionati, hanno saputo emozionare e incantare il pubblico con ogni loro passo.

Si tratta di un’esperienza magica e incantevole, una fiaba raccontata sul palco del Teatro Verdi senza l’ausilio della parola. Infatti, tutto ciò che serve è la forza evocativa della musica immortale di Čajkovskij e le incredibili doti interpretative del corpo di ballo.

Misure di sicurezza: restano in vigore le misure di sicurezza già adottate finora dal teatro, con una capienza massima di 500 spettatori, il mantenimento dei distanziamenti, l’utilizzo delle mascherine ffp2/ffp3 e la misurazione della temperatura all’ingresso.

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