I fantasmi di una Roma ormai passata, a difesa della propria casa. Nei secoli hanno abitato tutti lì. Tra quelle mura non c’è solo la storia di una dinastia, ma quella di un intero popolo che dimentica le radici e preferisce stare, come canta De Gregori, dalla parte dei supermercati e “di chi li ha costruiti. Rubando”.
E’ la storia di “Fantasmi a Roma”, film culto del 1961. Una favola surreale di Antonio Pietrangeli la cui sceneggiatura portava le firme di Sergio Amidei, Ennio Flaiano e Ettore Scola.
Dopo 50 anni i fantasmi sono ritornati ad abitare in una Roma che pare uguale a quella di cinquant’anni fa. Sabato scorso, in Piazza San Silvestro rinnovata e pedonalizzata, “Fantasmi a Roma” è diventato un musical, un bel musical all’italiana, niente a che vedere con lo scimmiottamento delle produzioni Oltreoceano molto di moda oggi. Attori di esperienza, una regia elegante, amara ironia, partiture e arrangiamenti di rilievo, brani orecchiabili e comprensibili, belle voci e soprattutto accompagnamento dal vivo.
Tra gli interpreti una su tutti, una garanzia: Simona Patitucci nei panni di Regina, la matta del quartiere diventata folle per amore. La Patitucci ha in sé la verità dei vicoli della città vecchia e trasmette la romanità in tutte le sue sfumature: dal volgo alla nobiltà, anche se decaduta. Grande voce e presenza scenica: un po’ Gabriella Ferri ma con picchi e sfumature che riportano ad atmosfere brechtiane.
Ma anche una bravissima Renata Fusco nei panni del fantasma di Donna Flora (nel film interpretata da Sandra Milo che l’altra sera era presente in piazza per un simbolico passaggio di testimone), svampita e sognatrice, morta suicida nel Tevere per un amore non ricambiato.
Tra le piacevoli sorprese anche Carlo Reali (grandissimo attore e doppiatore), perfetto nel vestire i panni del Principe Annibale di Roviano, l’anziano proprietario dell’antico stabile che alcuni speculatori vogliono demolire per farci un supermercato. Meritevole anche l’attualizzazione dei testi. Ad esempio, nella versione rinnovata dell’opera, l’ingegner Tartina, che si occupa dell’intermediazione immobiliare, canta di mazzette, lamentando un eventuale accanimento giudiziario che si risolverà brillantemente con una prescrizione. Ogni riferimento a cose e persone pare sia puramente casuale.
Un plauso, anzi un applauso, va comunque all’intero cast: gli idraulici, o come preferiscono essere chiamati, gli stagnari Gianluca Bessi e Marco Rea; Valentina Gullace nei panni di Carletta, Giancarlo Teodori ovvero l’ingegner Tartina; Cristian Ruiz che interpreta Reginaldo; Lello Abate che è Fra’ Bartolomeo; Enrico D’amore, Federico; Ketty Rosselli, Elena; Marco Gandolfi Vannini che interpreta il Caparra e Carlotta Maria Rondana nei panni del la signora Bizzantini.
Convincente la regia di Fabrizio Angelini, che in questa versione del musical veste anche i panni del narratore.
Fantasmi a Roma –il musical è un’operazione che convince, anche in questa prima rappresentazione che è solo una bozza di quello che dovrebbe essere il lavoro conclusivo. Convince anche a palco nudo, senza scenografie (a parte qualche leggio qua e là che, sinceramente, si sarebbe potuto evitare). Prodotto dalla Medina, lo spettacolo ora è in cerca di casa, ovvero di un palcoscenico dove possa essere rappresentato in maniera stabile. Gli auguriamo di trovarlo al più presto, non solo per la qualità dello spettacolo ma per quello che in questo momento storico potrebbe rappresentare per la città: ovvero un’esortazione alla conservazione di quei valori storici e culturali che fanno l’identità di un popolo.
Proprio oggi che Cinecittà, così come il palazzo del principe di Roviano, sta per essere smantellata per essere trasformata in un parco divertimenti. Magari, anche in questo caso, ci toccherà chiedere aiuto ai fantasmi.
Alcune immagini dello spettacolo
(Foto di Fabrizio Caperchi)
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