La fusione, senza tempo, tra nuove esigenze e luoghi della memoria.
Gli spazi si ridisegnano rivivendo sotto nuova linfa di un mondo che cambia velocemente.
Partendo dal concetto che un prodotto di design sviluppato per il mercato diventi opera d’arte rappresentativa della cultura del nostro Paese, abbiamo voluto segure da vicino un evento legato al design, conclusosi il 28 Novembre a Roma.
Incuriositi anche dalla possibilità di analizzare il fenomeno del riutilizzo degli spazi dismessi poiché proprio l’evento in questione si è svolto in uno di questi: l’Ex Cartiera Latina.
A condurre queste analisi, che viaggiano su binari paralleli, abbiamo voluto che fossero degli addetti ai lavori: Calogero Lauricella, giovane architetto siciliano, da sempre impegnato ed interessato alle logiche innovative di progettazione e recupero degli spazi pubblici e non; Luca Brucculeri, giovane designer, dalle poliedriche attitudini alla ricerca della fusione tra estetica e funzionalità.
L’area dell’Ex cartiera Latina, nel parco dell’Appia Antica, rappresenta un esempio di come dovrebbe attuarsi un vero processo di riconversione di aree dismesse che negli anni hanno avuto funzioni che andavano oltre il contenitore in sè poiché erano generatori di flussi.
È bene considerare che i mutamenti dei modi di produrre, del genere di vita, dei costumi, delle leggi implicano la dismissione dei “contenitori”.
Nella società odierna, in continua e sempre più veloce evoluzione, questo deve essere il punto di partenza per capire come e cosa potrebbe innescare il recupero di queste aree.
La scelta della location, da parte dell’ADI, per esporre nuove soluzioni e concept di design calza a pennello nell’ottica di recupero della memoria del luogo mediante la rispettosa prosecuzione della trasformazione, poichè queste manifestazioni dovrebbero essere lo stimolo per la trasformazione, non solo della vita quotidiana, ma anche del vivere gli spazi e la loro percezione.
L’analisi di ciò che è e di ciò che potrebbe essere risulta di fondamentale importanza.
Luoghi come l’Ex Cartiera Latina dovrebbero essere il territorio ideale per lo sviluppo di nuove performance nel settore delle arti visive, vettore di mutamento del paesaggio; dovrebbero avere la capacità di creare un indotto turistico, culturale, economico e sociale; dovrebbero creare un ambiente ed un clima favorevoli alla crescita di incubatori e di imprese innovative, terreno di sperimentazione formale aperto a tutte le tendenze dell’arte contemporanea; officine di sperimentazione in cui gli artisti creano cercando nuove forme di espressione capaci di attivare dinamiche di trasformazione.
Innanzi tutto chiariamo chi è L’ADI: l’Associazione Italiana Disegno Industriale ed è colei che assegna il Compasso d’Oro (l’equivalente dell’Oscar nel Design.)
Per arrivare al Compasso d’oro, l’ADI realizza per tre anni una selezione di progetti, suddivisi per aree tematiche, su tutto il territorio nazionale.
Questa selezione annuale viene pubblicata su Design Index, che raccoglie i progetti che poi concorreranno per il Compasso d’oro.
Luca Brucculeri (Università degli Studi di Palermo, corso di Laurea in Disegno Industriale, Facoltà di Architettura), durante l’exhibit ha esposto il suo lavoro dal titolo Percorsi e Attraversamenti, Sistemi di orientamento nella Facoltà di Architettura di Palermo, nella sezione Targa Giovani, lavoro che si inserisce a pieno titolo nell’ambito di usabilità degli spazi.
Luca ci ha chiarito quale sia stato il motivo che lo ha indotto ad occuparsi della tematica trattata nella sua tesi e, collegandoci alla location dell’Ex Cartiera Latina, quali potrebbero essere ulteriori propositi per migliorare il luogo; cosa potrebbe essere utile per far interagire, nella fattispecie “de quo“, lo spazio con la comunicazione visiva; come poter attivare la riqualificazione diffusa dell’area intesa come supporto alla trasformazione bottom up e quali altri “attivatori” potrebbero potenziare il luogo nell’ottica del concetto smart city.
L’exhibit dell’ADI, visto il suo carattere interterritoriale si svolge in maniera itinerante, partendo da Milano, in un altro edificio in via di riqualificazione che è lo, Spazio A ex Ansaldo, che si trova nel quartiere di Porta Genova.
L’intero quartiere di Porta Genova ha visto, negli ultimi anni, una grandissima riqualificazione soprattutto grazie al Fuori Salone, che in questa zona si svolge ogni anno parallelamente all’evento storico del Salone del Mobile.
È importante notare come l’ADI sia molto interessata a partecipare attivamente al riutilizzo di edifici riqualificati, a dimostrazione del fatto che l’arte e il design si stiano occupando sempre più spesso di dare nuova vita e nuovi usi a spazi che per decenni sono rimasti abbandonati a se stessi.
La lista di queste operazioni riqualificative, a iniziativa di privati e non, è lunghissima e sempre più interessante, come la Farm Cultural Park di Favara (AG): un quartiere del centro storico della provincia agrigentina passato dallo stato di rudere a quello di museo contemporaneo a cielo aperto.
Il lavoro svolto da Luca nella tesi di laurea, coadiuvato dalla professoressa Cinzia Ferrara (vicepresidente AIAP), in esposizione per la Targa Giovani, differisce da queste operazioni riqualificative per il semplice fatto che la Facoltà di Architettura di Palermo, a differenza dell’Area A ex Ansaldo e dell’Ex Cartiera Latina, è un edificio in vita e non un luogo che ad un certo punto è stato abbandonato a sè stesso e necessita di nuovi input per essere riqualificato.
L’edificio che ospita la Facoltà di Architettura di Palermo ha una grande necessità: quella di essere riconfigurato per risultare più funzionale e meno ostico a chi lo frequenta.
Le soluzioni affrontate nella tesi sono prettamente grafiche e quindi visive, potremmo definirle “low res”, ma nulla toglie che i problemi di questo edificio possano essere risolti con interventi architettonici come abbattere pareti o completare il progetto iniziale (la costruzione della Facoltà non è mai stata ultimata) utilizzando quindi un approccio “hight res”.
Ma in questo momento storico, sembra prendere sempre più piede l’idea che, per riqualificare qualcosa, si debba intervenire con un approccio dal basso, appunto con piccoli interventi.
È stata condotta una profonda analisi dell’edificio universitario sotto tantissimi punti di vista: in prima battuta un’analisi architettonica che ha permesso di capire che la ragione alla base del disorientamento all’interno dell’edificio è lo stato di opera incompiuta a causa delle varianti in corso d’opera non in linea con il progetto iniziale.
Successivamente per arrivare ad un’idea progettuale sono stati analizzati aspetti di natura sociale e antropologica legati allo spazio, con l’utilizzo di questionari, video interviste, filmati e continui sopralluoghi.
La soluzione progettuale, infine, consiste nella formulazione di un sistema di orientamento che si serve dell’applicazione dell’anamorfosi per gestire la complessità dello spazio e la sua fruizione.
La risposta progettuale che si è tentato di fornire, è il risultato dell’incontro tra comunicazione visiva (graphic design) e architettura: la segnaletica infatti è generata in maniera completa dallo stesso contenitore e le informazioni si fanno largo sulle superfici della Facoltà, in un unicum tra informatore, informazione e informato cosicché si possa parlare di un’architettura che orienta.
Volendo ricollegarci all’Ex Cartiera,vista la sua precedente funzione, il collegamento con il mondo della grafica sembra essere assolutamente calzante e diretto.
Proprio con la grafica e la comunicazione visiva si potrebbe migliorare e rivalorizzare questo luogo unico, alla maniera che abbiamo qui definito come “low res”.
L’inserimento di elementi grafici esplicativi dei processi produttivi e di ciò che era l’Ex Cartiera Latina può essere un passo significativo per “far parlare” questo contenitore di storia.
Ciò deve però avvenire, attraverso l’utilizzo di modalità che siano le più attuali e contemporanee possibili; in un mondo veloce e liquido in cui cerchiamo sempre più spesso informazioni stringate e dirette, è veramente poco efficace utilizzare pannellature, come quelle attualmente in uso all’Ex Cartiera.
L’utente che fruisce un luogo cerca informazioni rapide e concise che soddisfino la sua curiosità senza dilungarsi troppo, gli approfondimenti sono rimandati ad altri momenti, sempre più spesso virtuali.
Individuare un’area come l’Ex Cartiera Latina e utilizzarla per un’esposizione di questo calibro, significa iniziare ad attivare meccanismi, e per riflesso diffondere cultura, perchè visitando una mostra si ha modo di conoscere, non solo l’oggetto dell’esposizione in sè, ma anche un luogo che altrimenti resterebbe sconosciuto o poco fruito.
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