Il dittico della MMContemporary Dance Company al Regio di Parma

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Per la stagione Danza in cartellone al Regio teatro di Parma, prosegue la rassegna Nazionale ed Internazionale di coreografie d’autore.

Due M per la Compagnia di danza contemporanea e due firme, quelle di Michele Merola, coreografo e Direttore Artistico della stessa, premio Positano Leonide Massine nel 2008, ed Enrico Morelli, danzatore e coreografo in seno alla Compagnia, medaglia d’Argento per la danza del Presidente della Repubblica e co-fondatore di Agora Coaching Project.

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Un dittico e due titoli : La Sagra della Primavera e Pulcinella, con le musiche incisive e struggenti di Igor Stravinskij e il guizzo contemporaneo di Stefano Corrias.

Un’unica matrice coreografica collega il linguaggio di queste due creazioni così diverse tra loro per contenuto, ma accomunate da un alfabeto di movimenti e gesti, che denotano la cifra stilistica della Compagnia.

Onde, rotondità, spirali, tilt, equilibri, contact dance, gli ingredienti della dimensione plastica in cui si calano i ballerini. Abbracciano una struttura semplice ma nello stesso tempo articolata, nel suo animarsi muscolarmente, dinamica e sincronica, senza tralasciare, l’intenzionalità espressiva dei volti

Con dovizia e rispetto, nel primo quadro, il coreografo Morelli, si accosta alla partitura musicale, Le Sacre du Printemps, dando una rilettura attualizzata del significato di “sacrificio”.

Non più l’immolare di una vergine a Primavera, ispirata alla autentica antica leggenda slava, ma all’attuale linciaggio della gogna mediatica, a cui troppo spesso, in ogni epoca, l’essere umano, uomo o donna, è stato ed è costretto a subire per ogni tipo di  pensiero e/o ideologia politica.

Minimal il contest scenografico, catene e ganci da macello, fluttuanti sopra le teste dei ballerini, perfettamente allineati agli accenti musicali della partitura musicale ed alle movenze coreografiche.

Simbolicamente è un uomo, nel gioco tra le parti, nel ruolo del “sacrificio”, al ritmo in divenire incalzante della morte, il cui verdetto della folla, come, nell’arena, disputava con il pollice verso il destino segnato.

I cromatismi del rosso, bianco e nero, sono le espressioni degli stati d’animo, in ambedue le creazioni.

Pulcinella, figura simbolo della commedia dell’arte partenopea, nel secondo quadro coreografico, si spoglia del suo candore di maschera carnevalesca ironica, e si tinge di rosso, malinconica, come il cuore pulsante per la sua amata Pimpinella.

Balletto rappresentato per la prima volta in tournèe a Parigi, dai Ballets Russes dell’impresario Diaghilev, il cui titolo originale era, Ballet avec Chant, per l’introduzione delle voci soliste di soprano, tenore e basso, si muove sulle note di Stravinskij e le incursioni /digressioni di Stefano Corrias, con cui l’azione spazio temporale si fonde in un unico presente, nel quale Pulcinella muore e risorge, esorcizzando la fine di ogni cosa.

Lo stato di malinconia interiore e la presenza delle figure chiave dei personaggi, quali, il Mago e le coppie di innamorati, simboleggiano lo specchio della società, di come, spesso, gli altri vorrebbero che noi fossimo, il dualismo della coscienza a confronto.

Una profonda riflessione introspettiva capace di concludere l’azione coreografica, supportata dalle parole sospirate in lingua napoletana, con una semplice, ma eloquente riverenza, di commiato al pubblico.

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