Un libro a quattro mani scritto su fb.
La voce della parola scritta che corre sul filo di una chat.
In scena al Teatro Millelire di Roma, “Sono morti e non se ne sono accorti” è una mise en éspace di e con Giulia Bornacin e Michele Albini, che racconta quattro dei 12 dialoghi presenti nel libro “Sono morti ma non se ne sono accorti”, scritto da Mariaceleste de Martino e Giovanni Smeriglio, pubblicato da Sogno Edizioni con prefazione di Patrizio Roversi.
Una data unica quella del 12 maggio scorso che ci auguriamo venga proposta ancora, premiando l’interpretazione e la regia dei due artisti e, l’originalità di un testo scritto fra due persone che non si sono mai conosciute se non attraverso conversazioni on line.
Quattro dialoghi nati in chat e che portano alla luce i difetti, i limiti forse, che questa comunicazione può avere.
Occhi che si guardano e parlano temendo il loro stesso sguardo. Questo l’impatto drammaturgico del primo dialogo scelto e rappresentato. Una prostituta e il suo amante, non cliente, non ancora amore. È la storia di un rapporto che diventa unico nel suo coraggio di scegliere fra la vita e la non vita.
Il peccato che si rivela nel peccato, in un gioco di confessioni che inverte la chiave di lettura del dialogo stesso, è il tema del secondo brano scelto. Non più attenzione per il peccato confessato, quanto al gioco delle parti che peccatore e confessore si trovano a sostenere per un finale che diventa l’incastro perfetto di una spirale senza fine.
Cuore e cervello per il terzo dialogo presentato, in un movimento di contrasti fra le emozioni e la razionalità che però, trovano la loro armonia in corpo vivo, forte, coraggioso…cosa accade se rinunciamo ad ascoltarli? Solo un movimento meccanico rimane. Perfetto nella sua anestesia di colori.
Una visione futuristica per il quarto dialogo presentato dalla coppia di attori: una mamma che aspetta il suo feto rinchiuso in un utero artificiale, al di fuori dal suo stesso corpo. Si nasce senza dolore ma, la vita nuova porta in sé emozioni che solo il dolore può rendere uniche e reali.
Testi articolati dunque, che si muovono sul filo conduttore di una vita piena di “ morti “ apparenti, di persone che si lasciano vivere trascinandosi dalla vita stessa piuttosto che scegliere di non essere incastrati in trappole che noi stessi ci costruiamo.
L’interpretazione di questi dialoghi è stata affidata all’ affiatata e bella coppia di attori Giulia Bornacin e Michele Albini.
A loro il compito di rendere reali dialoghi nati dall’irreale.
Risultato di un’attenta lettura con l’autrice del libro, i giovani artisti hanno per la prima volta in assoluto dato un’anima a personaggi fino ad allora solo esistenti sul web.
Una scenografia essenziale per uno spettacolo che pone in rilievo l’interpretazione narrativa e l’impatto emotivo racchiuso in pochissimi movimenti, messi sapientemente a disposizione delle parole senza interferire con il loro messaggio.
“È la fiducia che ci rende intimi” – Sono morti ma non se ne sono accorti –