Il ballo di Irène Némirovsky
“Il ballo” è un romanzo breve, scritto nel 1928, pubblicato nel 1929 da Bernard Grasset, viene salutato dalla critica come un capolavoro.
Irène Némirvosky, allora venticinquenne, si affacciava alla scena della brillante vita mondana di Parigi, dopo le peripezie della fuga dalla Russia bolscevica, attraverso Svezia e Finlandia. Erano gli anni ruggenti, di lì a poco sarebbe arrivata, nel 1929 la Grande depressione.
Racconta la storia di una giovane ragazza, Antoinette Kampf, che vive con i suoi genitori in un lussuoso appartamento di Parigi.
Non è sempre stato così, il padre – che fa parte di quella galleria di personaggi ebraici per cui la Némirovsky è stata accusata di essere un’ebrea che odia se stessa – ha dovuto lavorare sodo per accumulare una fortuna. La sua determinazione e mancanza di scrupoli lo ha portato al successo.
La ragazzina ha quattordici anni. Non è più una bambina, ma non è ancora un’adolescente. Ha un rapporto difficile con la madre, Rosine, che a sua volta ha avuto un passato piuttosto burrascoso, e – come il marito – è altrettanto determinata a farsi accettare dall’alta società parigina.
A questo scopo invitano tutta la “gente che conta” ad un grande ballo che si terrà nella loro nuova casa, in occasione di una ricorrenza. Spendono liberamente per procurare ai propri ospiti cibi raffinati, champagne, un’orchestra per la musica della serata. Si prevede un ballo in grande stile. La figlia è entusiasta per la prospettiva, tuttavia, la madre non ha alcuna intenzione di lasciarla andare al ballo, anzi, le toglie anche la sua stanza – che verrà adibita a bar – e la confina nello sgabuzzino.
Vengono stampati e inviati (dovrebbe portarli proprio Antoinette), centinaia di inviti tra cui c’era una ragazza di nome Beatrice Bettini che era davvero fastidiosa, l’unica cosa che sapeva fare era quella di mettersi sempre in mostra per fare in modo che Antoinette venisse odiata ancora di più dai suoi familiari. Perciò quest’ultima getta nella Senna i fogli degli invitati vendicandosi in questo modo del tradimento della madre, degli intrighi della governante Betty e della rozzezza del padre.
Tutti gli inviti finiscono in acqua, tranne uno: quello della sua maestra di pianoforte, che sarà infatti l’unica a presentarsi la sera del ballo. L’effetto comico si ha nello sconcerto dei due padroni di casa che, non potendo indagare sulle ragioni di questa diserzione in massa da parte di persone di cui non conoscono riti e costumi, congetturano sulle cause dello smacco.
Il romanzo (nella foto l’edizione Newton Compton nella Collana “Live”, 126 pagine, edizione integrale) è stato anche adattato per il cinema nel 1931 da Wilhelm Thiele nel film “Le Bal” con una giovane e bellissima Danielle Darrieux.
Due versioni teatrali, “Le Bal”, di Oscar Strasnoy, adattamento di Matthew Jocelyn per l’Opera di Amburgo e “Un Ballo” ideato e realizzato da Thea Dellavalle e Irene Petris e messo in scena al Teatro delle Passioni di Modena (2013).
L’autrice
L’autrice Irène Némirovsky nata a Kiev nel 1903 da una famiglia di ricchi banchieri di origini ebraiche, visse a Parigi dove, appena diciottenne, cominciò a scrivere.
Nel 1929 riuscì a farsi pubblicare il romanzo “David Golder”, ottenendo uno straordinario successo di critica e di pubblico.
Irène continuò a scrivere, ma presto fu costretta a usare un altro nome, perché gli editori, nella Francia occupata dai tedeschi, avevano paura di pubblicare i libri di un’ebrea.
Nel luglio del 1942 fu arrestata e deportata ad Auschwitz, dove ad agosto, a trentanove anni, morì, lasciando incompiuto il suo ultimo capolavoro, “Suite francese”.
La Newton Compton ha pubblicato anche “Due”; “Come le mosche d’autunno – Il ballo”; “Il vino della solitudine”; “I cani e i lupi”; “Il calore del sangue – Il malinteso”; “Jezabel”; “Il signore delle anime”.