I suonatori della Valle del Savena a cura di Placida Staro
Un’onda lunga quarant’anni.
Quattro generazioni di balli staccati e liscio montanaro sull’Appennino Bolognese
Nella Valle del Savena (sull’Appennino bolognese) ancora oggi: “Suonatori si nasce, poi si cresce e si capisce”. I Suonatori della Valle del Savena sono l’onda lunga della tradizione. Sono l’onda lunga dei passaggi di conoscenze che quattro generazioni di suonatori riflettono nella musica, nel canto e nella danza.
Nel presente affascinante testo (NOTA edizioni, con allegato CD, pagine 156, italiano/inglese, riccamente illustrato con apparati fotografici a colori) i protagonisti si raccontano mediante i ricordi e testimonianze: emozioni, suoni e movimenti che diventano un tratto di antropologia riflessiva.
“Nota” nasce come marchio editoriale nella seconda metà degli anni Ottanta del 900 nell’ambito delle attività di Valter Colle, antropologo visuale ed imprenditore in ambito culturale. “Nota” negli anni sviluppa la precisa scelta editoriale di interessarsi di musica come fenomeno culturale rifuggendo per principio dalle espressioni più dichiaratamente commerciali.
Le prime produzioni sono musicassette di genere folk revival: la Sedon salvadie, M.O.I.A. (Music of Italian Alps), Bad Articles (Irish folk). Dal 1989, con l’affermarsi dell’era del compact disc, le prime produzioni per colonne sonore e folk internazionale.
Nella prima parte degli anni Novanta le prime produzioni di jazz, canzone d’autore e di musica etnica. Nella seconda metà degli anni Novanta con l’incrementarsi del catalogo si delineano le collane e i nuovi criteri editoriali: “Geos” è il marchio che contraddistingue le musiche di tradizione orale, “Zeromusic” il jazz e la musica contemporanea, “Prima musica” la early music e la musica classica, “Suns” per la nuova musica friulana. Con la direzione scientifica di Roberto Leydi e Pietro Sassu, nasce una nuova ed esclusiva collana di “Cdbook” (libro con CD), in seguito anche un originale (brevettato) formato di libro tascabile con CD (Block nota).
Nel primo decennio del secolo si delineano definitivamente le linee trainanti dell’impegno editoriale di Nota. Centinaia di titoli in catalogo. La serie numericamente più consistente è dedicata ai documenti di tradizione orale (pubblicazioni di carattere scientifico con registrazioni realizzate sul campo principalmente – ma non esclusivamente – in Italia.
In quest’ambito viene riacquisita e comincia la ristampa dell’Albatros, la prima storica etichetta di musica di tradizione orale, curata da Roberto Leydi e fino ad allora pubblicata solo in long playing, dagli anni Sessanta ai primi anni Novanta. Altro capitolo fondamentale è quello dedicato alla nuova canzone d’autore e alla storica canzone d’impegno. Premio Tenco nel 2005 con la migliore opera prima di Alessio Lega, nel 2012 sarà la volta di Loris Vescovo.
Vengono pubblicate opere di molti giovani autori ma anche quelle di alcune delle figure storiche della canzone d’impegno in Italia (fra gli altri Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli, Fausto Amodei, Margot, Caterina Bueno). Anche in questo ambito persiste l’impegno a salvaguardare storiche pubblicazioni non più disponibili: viene riacquisita l’etichetta Zodiaco, gli archivi sonori di Cantacronache e diversi master di storiche produzioni altrimenti introvabili.
Il dichiarato interesse per le musiche non commerciali e i fenomeni più marginali si concretizza anche in una consistente serie di CD dedicati alle minoranze linguistiche (arbereshe, occitana, ladina e soprattutto friulana). Negli anni si consolidano collaborazioni con Enti universitari in Italia e all’estero, Enti pubblici ed importanti Istituzioni private per produrre, stampare e distribuire opere di rilevante interesse culturale. Dal 2008, grazie a una partnership con EDT, gran parte del catalogo è distribuito in libreria oltre che in rete e nelle maggiori piattaforme digitali in tutto il mondo.
Il libro appare come una felice occasione d’incontro con le più antiche tradizioni del territorio italiano, che si trasforma quale veicolo di promozione culturale, nonché sociale, su ciò che di più bello la storia popolare ci ha lasciato in eredità, musiche e danze di gruppo o di coppia per riscoprire l’energia, il ritmo, gli usi e i costumi dei balli montanari dell’Appennino bolognese, nonché per accompagnare il lettore a scoprire (o riscoprire) una ricca testimonianza del passato.
Il repertorio si avvale dei cosiddetti “balli ad orecchio” coadiuvati dal liscio rivisto nel tempo dagli esecutori che si sono succeduti alla pratica artistica. Troviamo così le gighe, i salterelli, le manfrine, e molto altro, il tutto eseguito con stili differenti a seconda delle valli di appartenenza, ben spiegato ed illustrato pagina dopo pagina. Ciò aiuta il lettore, e chi porta avanti la tradizione, a far riaffiorare alla memoria chi siamo stati e chi siamo oggi.
L’autrice
L’autrice, Placida Staro, ha il pregio di intraprendere un viaggio al centro della terra, avvicinando il lettore al linguaggio del corpo e della musica, trasformando la sua ricerca in un attento libro di etnocoreologia sulle comunità locali, esaltando gli aspetti più immediati e spettacolari, che non lasceranno indifferenti (anche grazie alle testimonianze sonore) coloro che si interessano al folclore, al gesto, al mito, e alla leggenda per mantenere viva la costumanza.