Continuano fino a domani 25 Marzo al Teatro Orazio Bobbio le repliche dello spettacolo “Parenti serpenti “ che ha debuttato venerdì
Produzione de Ente Teatro Cronaca, lo spettacolo di Carmine Amoroso è diretto da Luciano Melchionna. Parenti serpenti vanta un cast di primo livello a partire dai due anziani genitori, Saverio e Trieste, interpretati da Lello Arena e Giorgia Trasselli.
Quattro i figli, due dei quali con rispettivi consorti: Lina, Milena, Alessandro e Alfredo interpretati da Ausiello Raffaele, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
Un Natale in famiglia, nel paesino d’origine, come ogni anno da tanti anni. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito stanco che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravviare i legami famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano, ancora oggi, per scaldare la casa: un braciere pericoloso ma rassicurante come tutte le abitudini e le tradizioni.
Note di regia
Una normale cena di Natale, un’occasione di ritrovo per la famiglia rivelerà ai genitori una faccia dei propri figli fino a quel momento sconosciuta.
Il tutto partendo da una richiesta di aiuto dei genitori, i quali chiedono di poter risiedere con uno dei figli per poter contare su di essi in caso di necessità.
Da lì però scatta un meccanismo di scaricabarile tra i fratelli che porterà a una soluzione subdola che fa proprio affermare “Parenti serpenti!”
La premessa
Lo spettacolo si rifà al film di grande successo di Mario Monicelli del 1992 che vuole mettere in rilievo le dinamiche familiari più nascoste: tradimenti, rivelazioni taciute per più di dieci anni e molto altro ancora.
Sebbene possa contare su un cast di primo livello e su una storia con molti spunti interessanti, anche a livello registico con abbattimento della quarta parete, Parenti Serpenti stenta a decollare.
Tutto il primo tempo (e parte del secondo) dello spettacolo sembra un puzzle di sketch di Lello Arena, fatto che finisce per relegare gli altri attori (moglie e figli) a figuranti della commedia. In realtà sono proprio i tratti caratteriali dei figli a fornire gli espedienti per lo sviluppo drammaturgico del testo; molto più dell’anziano padre che sembra uno riproduttore di battute dal sapore vintage.
Soprattutto nella prima parte alcuni momenti di digressione e riflessione del capofamiglia rallentano la narrazione.
Nonostante ciò assistiamo a momenti molto esilaranti e a momenti di amara riflessione che comunque, a spettacolo concluso, fanno ancora pensare.
Quello che ci è piaciuto di più: il temperamento di Serena Pisa, interprete della figlia bibliotecaria stritolata dal senso del dovere. Ottimi tempi comici. Interpretazione forte e dinamica.
può far ridere nel raccontarlo e sorridere nell’assistere alle spumeggianti gag ma, allo stesso tempo, non si può riflettere senza una profonda amarezza. Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana e sulla semplice, fondamentale, empatia. Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti?
Note di regia
SCENE Roberto Crea
COSTUMI Milla
MUSICHE Stag
DISEGNO LUCI Salvatore Palladino
ASSISTENTE ALLA REGIA Sara Esposito