Giovanni Boldini al Vittoriano: “Ritratti dalla Belle Époque”
Al complesso del Vittoriano – Ala Brasini, dal 4 marzo al 16 luglio è possibile abbandonarsi tra piume e pailettes nella magica atmosfera della Belle Époque, con la mostra dedicata a Giovanni Boldini, a cura di Tiziano Panconi e Sergio Gaddi.
Sono esposte più di 150 opere del pittore ferrarese e altri artisti suoi contemporanei, quali Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul-César Helleu, Telemaco Signorini, James Tissot, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni che ripercorrono la vita dell’artista, partendo dai suoi inizi fiorentini fino a giungere allo splendore parigino dell’epoca d’oro, di cui, attraverso le sue pennellate è abile cantore.
La luce nuova della macchia
La prima parte del suo percorso, sintetizzata nella sezione “La luce nuova della macchia (1864-1870)”, è relativa al suo soggiorno a Firenze dove, frequentando l’Accademia di Belle Arti e il Caffè Michelangelo, rinomato luogo d’incontro degli artisti fiorentini, viene a contatto con la nuova corrente pittorica dei Macchiaioli.
La Maison Goupil fra “chic” e “impressione”
La mostra quindi prosegue con “La Maison Goupil fra “chic” e “impressione” (1871-1878)”; Boldini in questo periodo si trasferisce a Parigi, conosce i più alti esponenti dell’Impressionismo e abbandona l’influenza della “macchia”, lavorando con successo per il più importante mercante d’arte parigino, Goupil appunto.
La ricerca dell’attimo fuggente
Nella successiva sezione “La ricerca dell’attimo fuggente (1879-1891)” ammiriamo il suo genio pittorico nel delineare un’epoca che lo affascina e lo seduce, cogliendo nei ritratti un’indiscutibile bellezza spesso velata da un senso di provvisorietà e irrequietezza, che lo spinge a immortalare quella fuggevole perfezione con le sue ampie pennellate.
Il ritratto Belle Époque
Nell’ultimo periodo della sua vita, descritto dalla quarta sezione “Il ritratto Belle Époque (1892-1924)”, ha ormai raggiunto una fama indiscussa nei salons parigini e le sue immagini raggiungono una raffinata e sensuale bellezza, che lascia immancabilmente stupiti.
Boldini è protagonista e spettatore di una società volubile, irrequieta e spensierata e nelle sue magnifiche tele coglie l’essenza di un’epoca che ha tanto amato e che ormai si avvia al tramonto.
Le sue pennellate rapide e guizzanti ci accompagnano nel sogno di quel bel mondo parigino, presente in ogni angolo dei suoi dipinti, negli occhi delle donne che ritrae, nelle ambientazioni appena accennate e nei meravigliosi abiti da sera che fa indossare alle sue modelle.
Un pittore mondano
Un pittore mondano, i cui soggetti preferiti sono senz’altro le splendide figure femminili che affollano i salotti da lui frequentati.
Donne che nei suoi ritratti si mostrano sensuali ed esuberanti, sfrontate assumono pose serpentine per ammaliare lo spettatore e sono descritte dall’artista che le osserva nell’attimo fuggente della loro giovinezza e bellezza folgorante.
Esaltando il fascino femminile in abiti sontuosi, Boldini ci restituisce l’atmosfera rarefatta di quegli anni parigini e lo spirito della Belle Époque, accompagnandoci con le sue pennellate veloci, ma studiate minuziosamente per ottenere la perfezione, tra gli eleganti caffè e i locali alla moda.
Ritrae un’epoca irripetibile, luccicante, libera e disinibita, cogliendola attraverso i volti e i corpi delle donne protagoniste delle sue opere, che davanti a lui si ergono nella loro emancipazione, totalmente consapevoli della propria femminilità.
Una mostra in cui prende nuovamente vita la Belle Époque con le sue donne, in un’arte, quella di Boldini, che rappresenta una bellezza struggente, colta nell’ultimo respiro della sua esistenza, prima del suo tramonto, per donarle un’eterna giovinezza e a noi l’eterno ricordo.