di Selena Palma
Squillino le trombe e si dia il via alle stampe. La prima, inconfondibile, irriverente, apotropaica edizione del Club dei Narrautori si è conclusa.
Cinque mesi di venerdì letterari in cui più di cento NarrAutori hanno avuto la possibilità di dare voce ai loro scritti. Ascoltati, valutati a volte incompresi. Ognuno ha avuto il suo breve momento e qualcuno , recidivo più di altri, si è fatto sentire più e più volte. 10 i NarrAutori, che con poesie, versi, racconti si sono fatti strada sul palco della finale, pronti a leggere il loro racconto d’oro, quello che avrebbe potuto portarli alla vittoria e quindi alla pubblicazione di un considerevole numero dei loro scritti nell’Antologia del Club. I due ideatori e presentatori del Club, Jacopo Ratini e Danilo Cipollini, hanno avuto un bel da fare nel sedare ansie e provocarne di nuove ma c’è da scommettere che ogni NarrAutore ne sentirà la mancanza. Per l’ultima serata, sull’onda dell’entusiasmo, è stata selezionata una giuria d’eccezione: 6 giurati tra cui anche noi! Sì, noi della Nouvelle Vague Magazine (Selena Palma e Linamaria Palumbo) che abbiamo seguito i giovani cuccioli di Narrautori fin dall’inizio abbiamo scambiato il nostro divanetto per quello “spinoso” della giuria. Accanto a noi i due editori di “edizioni Haiku”, Valerio Carbone e Flavio Carlini ed i due editori di Bel- Ami edizioni , Silvia Lombardo e Cristiano Sabbatini.
Pole position, bacio accademico e corona d’alloro, anzi cartello d’oro ( “Saviano stà a rosicà”) per Giovan Bartolo Botta seguito a ruota da Chiara Spoletini vincitrice del premio speciale de“La Nouvelle Vague Magazine” attribuito al NarrAutore che si è distinto per creatività ed originalità.
Non potevamo certo lasciar scappare le emozioni dell’ultimo istante e anche stavolta il vincitore è stato rapito dai nostri microfoni..ma credetemi ne è uscita fuori l’intervista più surreale di tutto il Club…
Giovan Bartolo, grandissimi complimenti da tutti noi. Prima di iniziare voglio sapere da te, che hai una fisicità così forte durante le letture : Quanto conta l’ipocondria per un NarrAutore?
E’ soggettivo, nel mio caso conta tantissimo, perché quando sali sul palco devi avere quel nervo in più non per cercare di leggere bene ma per cercare di capire che stai in salute: sto sudando, come Grillo, vuol dire che sono in salute.
Funziona tutto, quindi i liquidi biologici ci sono e si vedono….
È vero. E’ il sogno di ogni teatrante, no? quello di una laringe che non abbia spasmi, corde vocali che non somiglino ad avanzi. Altrimenti che succede?…tu hai quello, hai il corpo! Una volta che non hai quello è come se ti sentissi depersonalizzato. Prendi ad esempio quegli attori tipo Romolo Valli, Paolo Stoppa che erano tutto corpo, tutto sudore, Lilla Brignone,che bello…che doccia di teatro di prosa!
E insomma, abbiamo effettivamente sudato un sacco e sei il vincitore per eccellenza de”Il Club dei NarrAutori”. Emozioni del momento ed eventuali ringraziamenti!
Sì, esatto, i miei primi ringraziamenti vanno al mio maestro Marco Van Basten che mi ha insegnato a calciare di destro, di sinistro, a portare il diaframma, a portare il verso. Perche anche lui quando ha smesso col calcio ha iniziato a fare il narr-autore/attore. Non è che ci siamo conosciuti di persona…ho seguito un corso per audiocassetta, non avendo ancora sposato la tecnologia , continuo ad usare il sistema analogico. Anche se ho visto che stasera c’è stata gente più analogica di me che scriveva a mano.
[si, c’è stato in effetti anche qualcuno che ha scritto a matita su un tovagliolo…]
Quello sì che è parlare anni 80!
Ma torniamo a noi: come ti è venuta l’idea del racconto di stasera e cosa ti ha spinto a dire “questo è il racconto che voglio portare alla serata finale”
Poco tempo fa sono intercorsi i 20 anni di tangentopoli, allora per ricordare questo, senza però fare uno spettacolo eterno, ho scritto questo piccolo pezzo che mi dà la possibilità di provare una lettura diversa: un po’ una radiocronaca fatta da Alfredo Provenzali, con un sacco di battute una dietro l’altra, ficcanti.
Comunque credo che abbia funzionato, non è la prima volta che lo faccio però l’importante è avere la salute, vuol dire che giustifico l’esistenza mia in questa dimensione e pian piano a colpi di bianchetto tiro via il senso di colpa
[….]
Se il club dei NarrAutori dovesse avere una seconda stagione, parteciperesti di nuovo?
Si, certo! Ho una bella fucina di sacchi di iuta pieni di pezzi che mi piacerebbe presentare, quindi di sicuro!
Hai già pronti anche i brani che vorresti pubblicare nell’antologia?
Si, sì…ho già pronto del materiale inedito che aspetta dal ‘78.Ricordo che suonavano ancora gli heroes del silencio, e ancora non mi sono deciso a pubblicarli.
Alla fine di tutto…cosa cambieresti de”Il Club Dei Narrautori”? A parte i presentatori, immagino, perché chi non li vorrebbe cambiare..
In effetti affiancherei a Ratini e Cipollini lo spirito di Gianni e PInotto [sì, se ne sentiva la mancanza…]grazie a Rosmarie Altea . Il format,invece, va bene così, con i 5 minuti…è molto ritmico. No, non cambierei nulla, ma farei anche una versione parallela, come un universo parallelo, dedicata..al teatro di prosa!
E mentre Rosmarie Altea e a Famoso Iole scrutano il futuro per sapere cosa ne sarà dell’arte dei nostri NarrAutori noi vi salutiamo e vi ringraziamo per averci seguito dal vivo e sulla carta e vi diamo appuntamento alla prossima edizione del “Club”. Intanto…continuate a scrivere!