Il 14 marzo su Rai Due sono andati in onda i primi due episodi di Il cacciatore, la nuova serie tv targata RAI e composta da 12 episodi che andranno in onda per sei settimane.
Liberamente ispirata al libro Cacciatore di mafiosi, scritto dal magistrato Alfonso Sabella (ed. Mondadori), la serie è ambientata in Sicilia nel periodo delle stragi degli anni Novanta.
Ne parliamo con uno dei protagonisti della serie : Francesco Foti.
Cominciamo con una domanda inconsueta per un’intervista.
Ciao Francesco, come stai ?
A parte il raffreddore, direi bene. “Bene” che è la media tra il “benissimo” per i risultati della serie Il Cacciatore, fantastici in termini di audience, di gradimento del pubblico e di critica, e il “male” per la recente perdita del mio cane Martin dopo 14 anni di convivenza. Adesso sto meglio e mi capita spessissimo di ripensare a lui col sorriso, anche se con gli occhi un po’ umidi. Scusa la parentesi strappacore… Tu come stai?
(Grazie per la domanda, ti rispondo in separata sede per non tediare i nostri lettori)
Ti vediamo in questi giorni in TV nella nuova fiction della RAI Il Cacciatore nel ruolo del PM Carlo Mazza. Chiariamo subito che non è una fiction ma una serie tv che si ispira alle grandi produzioni Netflix come Narcos. Ci tenete molto a questa definizione.
Diciamo spesso che si distingue dalle fiction, che -con tutto il rispetto- tendenzialmente procedono per stereotipi, perché qui si raccontano personaggi umani, contraddittori, fallibili. Mi verrebbe da dire persone, più che personaggi.
Il mio Carlo Mazza, ad esempio, è un vero family man quando stacca dal lavoro, un magistrato integerrimo, calmo, onesto, e si trova a dover interagire con Saverio Barone (Francesco Montanari), questo giovane PM rampante, arrogante, nervoso, con una bruciante voglia di dare la caccia ai mafiosi. Si direbbero due mondi agli antipodi, ma sono davvero così distanti?…
Sicilia, anni 90, stragi di Via D’Amelio e Capaci. La storia di due solitudini contrapposte : i magistrati costretti a vivere costantemente sotto scorta e con la paura di morire da un momento all’altro ed i mafiosi in eterna fuga ma comunque sempre al centro del loro mondo senza pietà. Chi è Carlo Mazza e come convive con questa paura ?
È incredibile pensare che sono due mondi realmente esistiti e esistenti. Che si possa e debba scegliere di dover vivere sotto scorta e convivere con la paura di essere presi o uccisi.
Il mio Carlo Mazza ha perfettamente chiaro cosa significhi, quali sono i rischi del suo mestiere per sé e per la famiglia, per difendere la quale sarebbe pronto a fare qualsiasi cosa.
Nella nostra storia, che mescola piani di finzione e fatti e personaggi reali, era il migliore amico di Giovanni Falcone e la sua morte è una ferita enorme e ancora aperta. La caccia ai mandanti di quell’omicidio, dunque, per lui ha anche un fortissimo risvolto personale.
Da siciliano, com’è stato raccontare la storia di quel periodo che è una ferita ancora sanguinante dell’isola e quindi dell’Italia intera
È stata un’esperienza forte, faticosa, ma anche molto bella e gratificante. Abbiamo raccontato quegli anni, non molto noti, in cui un pool di magistrati, , Alfonso Sabella in testa, contraddicendo le parole di Caponnetto che diceva “È finito tutto” dopo la strage di Via D’Amelio, si rimboccano le maniche e si mettono a dare davvero la caccia ai mafiosi dimostrando che lo Stato, se vuole, può lottare e può vincere.
Poterlo fare col grande senso di responsabilità riscontrato in tutti i partecipanti al progetto è stato un onore e un privilegio.
Va bene la televisione, ma quando ti rivedremo in teatro?
Caschi a fagiolo, come si suol dire. Tra poco iniziamo le prove e a Maggio sarò in scena allo Stabile di Catania al fianco di Massimo Dapporto. Un testo contemporaneo, molto interessante, una nuova sfida che la stagione prossima andrà in tournée nelle principali piazze italiane.
Parallelamente porto avanti i miei progetti nuovi e porto in giro quelli già realizzati, Niuiòrc Niuiòrc e Venti Fotici.
Arrivederci mercoledì in tv o prossimamente in teatro oppure sui miei Social. Per coerenza, sono francesco1 su tutti. Eheheheh