Resterà in scena solo al Teatro Nazionale di Milano fino al 31 dicembre il musical Footloose che segna il ritorno di Stage Entartainment nella produzione di musical in Italia dopo due anni di pausa di riflessione.
La versione italiana del titolo, liberamente ispirato al film del 1984 interpretato da Kevin Bacon, Lori Singer, Chris Penn e una giovanissima Sarah Jessica Parker, è diretta dal regista e coreografo australiano Martin Michael che già lo ha seguito con successo in Olanda e Belgio.
L’adattamento del film (che non è un film musicale propriamente detto), che narra le vicende accadute in un paesino dell’Oklaoma dove ai giovani è proibita qualsiasi forma di ballo e di musica che non sia la classica per evitare la perdizione dopo l’arrivo del ragazzo dalla grande città che porta scompiglio e riporterà musica e danze tra i govoni di fieno, debuttò a Broadway il 22 ottobre del 1998 con il libretto firmato dallo stesso sceneggiatore del film Dean Pitchford che scrive anche i testi delle canzoni originali su musica di Tom Snow.
Le canzoni
Ovviamente vi sono anche le canzoni famose del film quali l’omonima “Footloose”, “Let’s hear it from the boy”, “Holdin Out for a Hero” , “Paradise” e “Someboy’s Eyes” sulla carta quindi un lavoro di tutto rispetto.
Ma qualcosa non ci ha convinto. Intanto l’idea di contestualizzare alcune di queste canzoni note nel racconto, cosa che nel film non accade non essendo, come abbiamo già scritto, un musical.
Ad esempio “Holdin Out for a hero” nel film sottolinea la sfida del protagonista con il ribelle locale attraverso una gara trattori (che nel musical purtroppo non c’è); nello spettacolo è ridotta ad un quadretto con protagoniste Ariel e le tre amiche che sognano un proprio eroe (quindi ecco il poliziotto, il pompiere e altri elementi stereotipati da locale di strip maschile – o di Village People memoria), o “Let’s hear it from the boy” che nel film accompagna l’esilarante sequenza dell’introduzione al ballo da parte del protagonista verso il nuovo amico, un po’ tontolone, che confessa di non saper ballare, qui è tirata un po’ via, accennata a mala pena e ambientata nel locale da ballo situato fuori dal paese in cui vige il divieto di musica e ballo, dove il protagonista porta gli altri per mostrare loro cosa si stanno perdendo… Nella versione italiana poi la prima strofa di queste due canzoni viene cantata in italiano…non si capisce il perché.
Ci sono poi altre due canzoni che fanno parte della colonna sonora del film che qui vengono usate e contestualizzate un po’ meglio, e tradotte totalmente in italiano come il tema d’amore “Heaven” intitolata in italiano “Siamo angeli” cantata dai due protagonisti (momento lievemente tedioso) e “Somebody’s eyes”, una sorta di “il paese è piccolo, la gente mormora”, in cui le tre amiche avvisano il protagonista che nel piccolo paese tutti si fanno i fatti di tutti.
Le altre canzoni, originali, non ci sono sembrate in linea con quelle usate dal film, troppo stile “musical”, poco o per nulla in stile anni ’80.
L’altra cosa che ci ha poco convinto, nel contesto generale dello spettacolo, sono i costumi. I ragazzi sono praticamente sempre vestiti uguali.
Nel film il protagonista il primo giorno di scuola indossa camicia bianca e sottile cravatta nera, simpaticamente ripreso dalla madre con la frase “avrai tempo al collage di vestirti come David Bowie” (e Bacon gli assomigliava davvero parecchio!).
Sempre il protagonista si presenta davanti al consiglio comunale in giacca e cravatta, mentre nel musical il suo abbigliamento è unico…(diktat dello sponsor Levis?). Non parliamo poi del tanto sospirato e agognato ballo di fine anno.
E’ notorio che in quell’occasione ragazzi e ragazze sono in abito da sera. Qui la protagonista pare uscita da un fienile.
Che fine ha fatto il ballo del protagonista?
Grande assente (ingiustificato) nello spettacolo la scena del ballo liberatorio e solitario del protagonista, tra le più significative del film. Non se ne capisce il motivo. In un musical tratto da un film manca proprio una delle scene di ballo?
Ma arriviamo alla versione italiana. Se le parti adulte funzionano (quasi tutte) interpretate molto bene da Antonello Angiolillo, Brunella Platania, Roberto Colombo e da una camaleontica Floriana Monici (sorprendente la sua trasformazione in due personaggi molto molto âgée e molto diversi tra loro), e funzionano bene, gli interpreti giovani sono meno forti, a tratti anche scolastici, con poco carattere, pochi cambiamenti espressivi, a volte forzati.
La recitazione andrebbe davvero rivista e curata meglio. Anche il canto a volte appare stridulo e urlato. Oppure noioso. Salviamo solo Renato Tognocchi (che giovanissimo non è proprio), nella parte del fidanzato bullo di Ariel.
Si salvano le coreografie, travolgenti e ben fatte che trascinano il pubblico nella danza.