Tra femminilità e violenza: ecco le protagoniste di Artemisia

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Fino al 7 maggio 2017 il Museo di Roma ci invita, presso Palazzo Braschi, alla riscoperta di “Artemisia Gentileschi e il suo tempo”.

Ideata e curata da Nicola Spinosa, con la collaborazione di Francesca Baldassari e Judith Mann, la mostra ci offre un viaggio itinerante attraverso la varie tappe della vita di Artemisia: Roma, Firenze, Londra ed infine Napoli, seguendo l’evoluzione di uno stile che le permise di affermarsi come una degli artisti più importanti della sua epoca.

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Affiancata da vari artisti suoi contemporanei, tra cui il padre Orazio, Ribera e Massimo Stanzione, per citarne alcuni, Artemisia non solo tiene il confronto, ma lo vince in più di un occasione, dimostrando il suo ruolo e il suo valore di artista.

Cresciuta in un mondo tutto al maschile, dopo la prematura morte della madre, la futura artista sceglie un mestiere dominato dall’uomo, dove le donne dipingono per diletto e solo nature morte, Artemisia trova la sua voce attraverso la lezione di Caravaggio, e si fa spazio all’interno del panorama artistico dell’epoca, non facendosi intimorire neanche dal processo che la vede protagonista, dove da vittima continua a subire umiliazioni e torture.

Ma Artemisia non si ferma e trasforma la sua pittura in un mezzo di rivalsa

e così attraverso le vesti di sante o eroine bibliche dimostra la sua forza. Le sue sono donne protagoniste ed artefici delle loro vicende, consapevoli di se stesse e non più meri strumenti di profezie trascendentali, ma piene di umanità e passioni che le muovono, e che gli permettono di affrontare il loro destino. Che sia Giuditta, Cleopatra o Sisara, non troverete mai un’ombra di indecisione sui loro volti, nonostante la brutalità dell’azione che compiono.

Scene cruente, culmine dell’atto violento, sembrano stonare con la bellezza classica di queste donne, ed è questo il cardine della sua arte; la violenza di certe scene non svilisce la loro femminilità, poiché non ne sono succubi, ma la usano in maniera consapevole come strumento del loro destino. Le donne di Artemisia incarnano il suo coraggio e la sua forza, sono manifestazione di un’anima che non è stata spettatrice del proprio destino, ma ne è stata la consapevole artefice.

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