Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso. Ospiti per una sera nella testa di Charles Bukowski.

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La rassegna S/PAESATI procede con lo spettacolo Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso, andato in scena lo scorso 17 ottobre nella sala del Ridottino del Teatro Miela Bonawentura.

La performance teatral-musicale di e con Eva Tomat e Lorenzo Zuffi è un tributo alle poesie dello scrittore statunitense Charles Bukowski e all’atmosfera culturale degli anni in cui ha cominciato la propria produzione letteraria.

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In Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso frammenti di testo, recitato da un infaticabile Lorenzo Zuffi nei panni di Bukowski, si intrecciano infatti a brani musicali soavemente interpretati da Eva Tomat. Le canzoni ci riportano alla rivoluzione sociale e giovanile degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, anni in cui Bukowski si affaccia alla scrittura dopo aver rischiato di morire per un’ulcera causata dall’abuso di alcol.

Lo spettatore si ritrova in un attimo nella stessa stanza umida, sporca e con la moquette rovinata dove Bukowski compone i propri testi, beve, fuma, fa l’amore.

Lo spazio intimo e raccolto del Ridottino è la dimensione ideale per questo genere di performance che cerca la complicità del pubblico per inglobarlo nella scena, nella vita sulla scena. La vita è quella di Bukowski, reale o immaginata, come tutt’ora non è dato sapere delle sue opere, e delle donne con cui ha condiviso storie d’amore e di sesso.

Lo spettacolo si articola in scene dalle diverse ambientazioni e dai diversi personaggi. Non si può pretendere che ci venga raccontata una storia perché una storia non c’è. La confusione della narrazione è la stessa della stanza in cui siamo ospiti per una sera, è quella della mente dell’artista  spesso offuscata dall’alcool.

Le scene si affastellano scolorite. Appena ne comincia una nuova rimane solo un’impressione vaga di quella appena vissuta, come se cercassimo di ricordarla dopo una sbronza.

La scenografia, composta da un tavolino con sopra un abat-jour e una macchina da scrivere, è il fondale perfetto su cui dipingere storie e cancellarle con un bicchiere di vodka. Ed è proprio il ritmo dei bicchieri finiti e delle canzoni a scandire il susseguirsi delle scene.

Gli attori, Lorenzo Zuffi carico di energia e Eva Tomat di intensità, si concedono totalmente alla performance e al pubblico, ma lo spettacolo trova solo in alcuni momenti il ritmo giusto. Vero è che, portare la poesia e soprattutto quella di Bukowski in teatro, non è semplice.

Le fragilità di  un vecchio sporcaccione

Coraggioso e molto apprezzato l’obiettivo di far conoscere agli spettatori questo autore, soprattutto il suo lato più fragile, anche grazie al confronto con le donne (interpretate tutte dalla sola Eva Tomat) e la loro forza tragica.

Sebbene Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso ci permetta di fare la conoscenza di Bukowski scavalcando l’iniziale repulsione che si può provare leggendo le sue opere, si avverte nello spettacolo la mancanza di questo alone di sporcizia, di abbrutimento, di abiezione tipico della sua scrittura. Si è scelto evidentemente un percorso per avvicinare lo spettatore al poeta e non per allontanarlo da esso.

Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso conduce il pubblico, più che nella vita di Bukowski già abbondantemente raccontata nelle sue opere con dovizia di particolari, proprio nella sua stanza e, per estensione, nella sua testa.

Ci è concesso per una sera, grazie a Eterna sempre sorge la speranza come un fungo velenoso, di poter guardare attraverso gli occhi dell’artista, che galleggiano lucidi come il ghiaccio in un bicchiere di vodka quasi vuoto.

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