Elvis è un film del 2022 diretto da Baz Luhrmann e con Austin Butler e Tom Hanks nei panni di Elvis Presley e del suo manager, il Colonnello Tom Parker.

Informazioni sul film

Al festival di Cannes 2022 il film ha ricevuto una standing ovation di 12 minuti, ed ha ricevuto otto candidature ai premi Oscar 2023. L’attore Austin Butler ha inoltre vinto ai Golden Globes 2023 il premio come Miglior attore in un film drammatico.

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La pellicola rientra perfettamente nel genere cinematografico del biopic, ossia un film basato sulla ricostruzione biografica della vita di un personaggio realmente esistito. In questo caso il personaggio in questione è il grande Elvis Presley.

Il film

Il film narra infatti la vita del celebre Elvis, dagli inizi al grande successo mondiale, fino ad arrivare al declino della sua carriera e della sua vita personale, trattando anche la relazione con la moglie Priscilla. Il film però si concentra in particolare su un aspetto della vita della celebrità: il suo complicato rapporto con il manager Colonnello Tom Parker. Ed è proprio al controverso e sfaccettato personaggio del Colonnello che viene affidata la narrazione dell’intera vicenda.

Baz Luhrmann, regista di film tra i quali Moulin Rouge (2001) e Il grande Gatsby (2013), in Elvis punta a stupire lo spettatore sin dai primi minuti proprio per la scelta stilistica di affidare la narrazione della storia al personaggio che a pelle ci verrebbe da incasellare come “il cattivo”. È infatti proprio il colonnello Tom Parker, magistralmente interpretato da Tom Hanks, che sul letto di morte si fa voce narrante degli eventi, evocando come primo tassello della storia l’incontro con la futura stella del rock: incontro che a suo dire sembra quasi voluto dal destino.

Ed è proprio a partire da questo incontro che ha avvio la carriera di Elvis e il susseguirsi di vicende professionali e private che riguarderanno da vicino la star del rock. Tom Parker diviene manager di Elvis e percepisce il 50% dei guadagni del cantante. Il Colonnello si posiziona subito come una figura essenziale ed imponente nella vita del giovane Elvis, assumendo quasi un ruolo paterno ed iniziando presto a imporre la sua volontà.

Per tutto il film, qualsiasi sia l’avvenimento che vediamo sullo schermo, dallo show di Natale al famoso evento mondiale del primo concerto trasmesso via satellite, appare evidente che è il Colonnello a decidere e gestire tutto. Nelle grandi decisioni i desideri di Elvis restano sempre relegati al margine. Come egli stesso ci racconta, Parker ha il controllo assoluto di ogni aspetto della carriera della star, e non solo di quella.

Alcuni esempi emblematici di questo controllo totalizzante che il manager esercita su Elvis si trovano, ad esempio, nel tentativo di impedire al cantante di compiere sul palco quei movimenti di bacino che lo hanno reso iconico (soprattutto tra il pubblico femminile) per cercare di attirare più consensi. Per rendere l’immagine di Elvis più accattivante al pubblico perbenista, Parker non ha paura di snaturare il carattere del suo prediletto e interviene convincendo Elvis a prestare servizio militare: conseguenza di ciò è il taglio dei mitici capelli della leggenda del rock che avviene addirittura in diretta nazionale.

Così prosegue l’intricato rapporto tra Elvis ed il Colonnello fino al tragico finale, che purtroppo tutti conosciamo. Il film racconta con la giusta accuratezza e soprattutto delicatezza, gli ultimi anni di vita del re del rock. Nella pellicola traspare tutto l’impegno e la passione che Austin Butler ha impiegato per vestire i panni di un Elvis ormai stanco, abbandonato, trasandato, primo di forze fisiche e mentali. Alla fine del film la vita privata del cantante è andata in pezzi, Elvis fa uso di sostanze e non si prende più cura di sé stesso. La star del rock ha provato a recidere il suo doloroso legame con il manager, ma senza successo. I suoi sogni sul futuro e la carriera sono ben diversi dalla realtà, e questo è in gran parte colpa del Colonnello. Senza fare troppi spoiler per chi non conosce di preciso le vicende di Elvis, appare chiaro allo spettatore che, contrariamente da quanto egli stesso afferma, il Colonnello non ha a cuore la felicità del cantante, ma mette al primo posto solo il suo tornaconto personale. La tragica fine di Elvis, anche se è cosa nota a tutti, lascia comunque nel film una grande tristezza e l’amaro in bocca nel chiedersi se le cose sarebbero potute andare in modo diverso. Se, ad esempio, Elvis avesse ascoltato le parole dell’amico, il leggendario B.B. King: “se non controlli gli affari, gli affari controlleranno te”.

La conclusione

Elvis Presley morì a soli 42 anni il 16 agosto del 1977, a seguito di un attacco cardiaco. Il film si conclude con la reale ed ultima immagine d’archivio di Elvis che si esibisce per il suo tanto amato pubblico ad un concerto nel giugno 1977.

Il film è una cronaca emozionante e ben equilibrata del dietro le quinte della vita della più grande star del rock. Elvis è un film energico e drammatico allo stesso tempo. L’interpretazione di Elvis da parte di Austin Butler è stata ampiamente lodata, in quanto l’attore riesce a rendere giustizia all’iconica figura che interpreta. Dalla prova attoriale di Butler emerge tutta l’epicità dell’Elvis-cantante, della star del rock più grande che il mondo abbia conosciuto, ma emerge anche il lato umano, quello di un ragazzo sensibile e sognatore che si è trovato ad essere manipolato a causa del suo grande talento.

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