Al Teatro Millelire in Roma va in scena il femminile, con una commedia dolce-amara scritta e interpretata da un’attrice brava e dignitosa come Teresa Del Vecchio.
Eder Speranza è uno spettacolo, fluido, dolce, divertente, umile nella sua accezione più bella. Eder donna dell’entroterra campano è una “diversa”. Abbandonata e mai riconosciuta dal padre “artista”, Eder si trasferisce a Roma per incontrarlo e per dichiararsi al lui come figlia. Le cose non vanno come dovrebbero e la dolce, ironica, ingenua ma anche “fumantina” donna decide di restare a Roma.
Le mense degli studios di Cinecittà diventano il suo lavoro e la sua casa. Eder si muove con ironia e semplicità attraversando e sfiorando le vite di artisti e addetti ai lavori. E tra questi incontri si muovono le sue speranze, i suoi sogni, le sue frustrazioni, e quel desiderio viscerale e animico dovuto alla profonda mancanza e quel vuoto per l’amore paterno mai vissuto. Quel qualcosa che può essere solo compensato con l’incontro con il Vero Amore.
Teresa Del Vecchio è una di quelle attrici che dovrebbero vedersi più spesso a teatro. Pulita, elegante, agile; dosa perfettamente i tempi e gli spazi del palcoscenico. Le sfumature del personaggio da lei interpretato riempiono il palco facendo dimenticare che si tratta di un monologo.
L’artista dipinge una donna “buffa” ma vera, proprio come ce ne sono tante su questa Terra. Una donna che non si vergogna di mostrare la sua genuinità e la propria identità anche nelle sfere più deboli e fragili del suo essere. La recitazione della Del Vecchio è ben sostenuta dalla pulita e ritmata regia di Giorgio Carosi.
Le musiche curate da Pietro di Blasio evocano quella dolcezza, sostengono, arricchiscono ma non sovrastano.
Eder Speranza è donna, anima, sensibilità. E’ fragilità ironica con note di un amarezza sfumata. Un ritratto di donna che convince, diverte e commuove.