Donatella Versace, al fianco del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Andrew Bolton, curatore dell’Istituto di Costume del Metropolitan Museum of Art di New York e Anna Wintour, curatrice di American Vogue, in arrivo a Maggio “Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination“.

Una mostra che aprirà il 10 maggio al Met di New York e che mostrerà circa 150 capi di ispirazione cattolica di stilisti tra cui Versace, Cristobal Balenciaga, Valentino, Christian Lacroix, Dolce & Gabbana e Chanel. Saranno esposti accanto a circa 50 preziosi abiti ecclesiastici – alcuni ancora in uso, altri mai usciti da Roma – che il Vaticano ha prestato.

 

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Dalle retrovie al comando

La casa di moda Versace ha conosciuto negli anni momenti di alti e bassi. Situazioni personali che si sono spesso mischiate, influendo negativamente, con quelle professionali. Il brand è stato sottoposto a diverse critiche, soprattutto dopo l’assassinio, ventuno anni fa di Gianni Versace, considerato da molti un vero asceta della moda.

Dopo l’uccisione di Gianni, Donatella si ritrovò a passare dalle retrovie della maison, al vertice delle responsabilità.

Penso che il mondo mi stesse guardando pensando ‘lei non ci riuscirà’. e li capivo Perché Gianni era un genio della moda. E ho lottato, ho lottato per trovare il mio stile, e ho lottato anche con altre cose

Così si è raccontata Donatella tra le pagine di 1843magazine, ricordando anche i periodi più bui.

Fino al 2004 Donatella era afflitta dalla dipendenza dalla cocaina. Anche dopo la sua ripresa, le vendite sono diminuite costantemente e l’azienda sembrava destinata a crollare.

Tra il 1997 e il 2007, le entrate di Versace sono diminuite da oltre 1 miliardo di dollari a 400 milioni di dollari. Aumentarono i debiti furono e venduti beni di pregio, tra cui il palazzo di Miami di Gianni.

La resurrezione

Poi arrivarono alcune scelte azzeccate, come la chiacchieratissima collaborazione con il colosso dell’abbigliamento low cost H&M, nel 2011

La collezione è la quintessenza di Versace. Abbiamo ripreso dai nostri archivi alcuni dei simboli della maison, come le stampe, le greche e i tagli audaci. Non vedo l’ora di scoprire come i fans li interpreteranno

Aveva dichiarato Donatella Versace.

Oggi il marchio Versace, con al comando Donatella è tornato agli antichi splendori.

La mostra realizzata con una partnership d’eccezione: il Vaticano, sarà un’ulteriore occasione per apprezzare le creazioni di stilisti come Versace e il loro rapporto con la spiritualità e l’arte sacra.


Nella storia del brand il legame con la religione è sempre stato forte: l’uso delle croci, o il voler indagare sulla tensione che c’è tra il sacro e il profano, traducendolo poi in design di moda.

In famiglia non siamo mai stati particolarmente praticanti, ma da italiani, non possiamo non sentire il “timor di Dio”

“Per il Vaticano accettare ed essere parte di questo progetto espositivo è una grande cosa. Non credo che ci sia un precedente per questa mostra. Suggerisce che il cattolicesimo è più in sintonia con i tempi. Adoro questo papa – è il migliore che abbiamo mai avuto. è una persona reale, che è veramente umile, ed è per questo che ha un carisma così potente

La mostra rappresenta un dialogo tra la moda e l’arte medievale della collezione The Met per esaminare il costante impegno della moda con le pratiche devozionali e le tradizioni del cattolicesimo.

Come pietra angolare della mostra, abiti e accessori papali della sagrestia della Cappella Sistina, molti dei quali non sono mai stati visti fuori dal Vaticano.

Oggi il brand ha 200 negozi e altri otto apriranno. Sembra che sia iniziato ufficialmente un nuovo corso.

Nuovo corso, segnato anche dalla dichiarazione, in questi giorni dell’abbandono della maison della produzione di capi e abiti con inserti in pelle e pelliccia.

 

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