Djam, opera di Tony Gatlif con protagonista Daphne Patakia, ha aperto ufficialmente la ventinovesima edizione del Trieste Film Festival con una proiezione tenutasi nella nuova sede del Festival, il Politeama Rossetti.
Trieste Film Festival 2018 : l’inaugurazione del 22 gennaio al Politeama Rossetti
La Patakia ospite speciale della proiezione ha descritto il divertente incontro con il regista Tony Gatlif in cui lui le chiese se sapesse ballare, cantare o suonare uno dei tipici strumenti musicali greci.
Alla risposta negativa della ragazza le chiese se sapesse camminare e fu proprio la camminata “alla Charlie Chaplin” a colpirlo e a fargli scegliere proprio lei come protagonista.
Grazie allo studio e a evidenti predisposizioni naturali però queste lacune iniziali sembrano quasi incredibili.
L’attrice si è poi augurata e ha augurato a tutte le donne presenti di essere libere come la protagonista
DJAM INNO ALLA LIBERTÀ
Djam è sicuramente, almeno per tre quarti del film, un inno alla libertà, alla sregolatezza e anche a un filo di trasgressione.
Racconta però anche di amicizia, di famiglia e legami profondi.
La ragazza, ventenne esuberante di Lesbo, mandata dallo “zio”, il realtà il compagno della madre morta, a prendere un nuovo pezzo per la barca si ritroverà a viaggiare a cavallo tra Grecia e Turchia.
A Istanbul farà la conoscenza di Avril, coetanea francese che si trova in un momento di grande confusione e difficoltà.
Le due decideranno di ritornare a Lesbo insieme, tra mille (dis)avventure. A Lesbo, lì dove sono approdate e naufragate molte imbarcazioni di migranti, grazie anche a ciò che vedrà, anche Avril ritroverà la sua strada nella vita
IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DELL’ESILIO
Il film narra poi dell’attualità più stretta, molto più vicina a noi di quel che sembra.
Quella fatta di migrazioni,di esilio.
Come quello che ha vissuto la madre della protagonista trasferendosi a Parigi e quell’esilio di cui lei cantava in un ristorante greco della capitale francese condividendo la nostalgia con i tanti esiliati fuggiti dai fascismi.
L’esilio, l’esilio le ha divorato il cuore
In chiusura Djam è come detto un inno alla libertà, alla musica componente fondamentale del film, ma anche un invito a guardare a testa alta il futuro,positivo o negativo che sia.
Solo così gli eventi che possono sembrare la fine di tutto possono trasformarsi in nuove opportunità.