Con un cast che, innegabilmente, crea aspettative notevoli Diamanti, l’ultima fatica di Ozpetek è un vorrei ma non ci riesco. Un tentativo di raccontante un universo femminile che ci riesce ma solo per la punta dell’iceberg.

Luisa Ranieri e Jasmine Trinca sono le sorelle Alberta e Gabriella Canova. Proprietarie di una prestigiosa sartoria romana che lavora per cinema e teatro, ambientazione ispirata all’esperienza dello stesso regista presso la Sartoria Tirelli Trappetti che ha anche aperto i propri archivi in occasione della preparazione del film. Gabriella è l’anima fragile e sconvolta da un terribile evento; Alberta è quella di successo, rigida e lucida e, come da copione per esserlo deve essere senza figli, senza compagno e con un carattere orribile.

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Edoardo Purgatori è il loro segretario Ennio, il tutto fare e in quanto unico uomo a lavorare nella sartoria, avevamo un 50 e 50 su che tipo di caratterizzazione dargli: poteva essere omosessuale e fanatico dello chic e invece Ozpetek si gioca la carta del facciamogli avere una tresca con una sarta…colpo di scena! 

Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Lunetta Savino, Sara Bosi, Paola Minaccioni e Milena Mancini sono le sarte. Ognuna di loro lascia intuire profondità diverse, demoni e ossessioni, ma un altro colpo di scena è che, per Ozpetek, delle donne che lavorano 100 ore al giorno in una stanza cucendo e tagliando, non si confidano. Non piangono l’una sulla spalla dell’altra. No. La sarta che ha il figlio depresso che non mangia, non va a scuola, non esce dalla sua stanza, non ne parla con le amiche/colleghe; si lancia piuttosto in momenti karaoke con i corrieri dei tessuti. Meglio pollaio che alcolisti anonimi, del resto. Peccato per le interpreti che avrebbero potuto regalare al pubblico molto più di questo.

Stefano Accorsi è il regista sopra le righe, Luca Barbarossa è Lucio, il marito di Gabriella. Aurora Giovinazzo è Beatrice, Nicole Grimaudo è la tintora Carlotta. Vinicio Marchioni è Bruno, il marito picchiatore di Nicoletta. Elena Sofia Ricci è Elena, che partecipa al film per dire che il film non lo può fare; Milena Vukotic è zia Olga, ed è stupenda. Vanessa Scalera è la costumista (anch’essa sopra le righe, ça va sans dire) premio Oscar. Carla Signoris e Kasia Smutniak sono le due dive Alida Borghese e Sofia Volpi, la prima di teatro la seconda di cinema.

Mara Venier è Silvana, la governante verace. La zia a cui ci siamo abituati. Partita facile. Ma è grazie a lei che effettivamente mi viene in mente Boris (n.d.r), soprattutto dopo aver sentito cose come “perchè noi siamo diamanti!” declamato con l’ardire di Ogni maledetta domenica, doppiato da Stanis LaRochelle.

Gli abiti che si intravedono, tra un primo piano stretto di Gabriella dall’occhio vitreo e l’altro, sono affidati a Stefano Ciammitti che ha alle spalle anche lui un’esperienza nella sartoria Tirelli, oltre che essere stato allievo di Tosi. E se l’assetto narrativo può risultare banale, qualche punto lo si recupera sui costumi e i dettagli.

La scelta delle fantasie e dei colori; la ricercatezza del gioiello, sono piacevoli agli occhi. Vediamo apparire, vicino ad abbinamenti creati ad hoc, anche costumi come abiti o copricapi delle opere più importanti del Novecento: quello di Turandot di Maurizio Millenotti, il Don Carlos di Tosi per La Scala, alcuni abiti di Medea e de Le Mille e una Notte di Donati per Pasolini.

Interessante il pezzo di Giorgia composto per il film, disponibile insieme al resto della soud track su spotify

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