Un gigante del jazz, Claudio Fasoli, viene raccontato nel suo percorso di composizione musicale.
Claudio Fasoli’s Innersounds è un ritratto inedito di un personaggio riconosciuto a livello mondiale come compositore e musicista.
Angelo Poli, regista documentarista e televisivo riesce nel doppio intento di concentrare e dare respiro all’immagine e ai suoni anche grazie ad un bianco e nero intenso, intimo che conduce lo spettatore dentro una mente creativa.
Com’è nato il progetto del film?
L’idea del documentario nasce da Marc Tibaldi. Marc é un mio carissimo amico ma anche una delle persone più colte e preparate che conosca.
Nel 2016, assieme a Francesco Martinelli ha curato il libro edito da Agenzia X “Inner sounds” che raccoglie scritti su e di Claudio Fasoli, raccontando il personaggio e la sua musica.
Durante una cena mi ha suggerito di pensare a qualcosa di visivo sull’argomento, perché secondo lui c’era molto materiale interessante, ed in effetti era così.
A questo punto con Carlodavid Mauri, il direttore della fotografia, abbiamo iniziato a pensare a come realizzare un filmato che fosse allo stesso tempo classico e moderno, proprio come il Jazz.
Il documentario narra la costruzione di un pensiero che si traduce in musica….
A me piace molto raccontare storie di persone e delle sfide, piccole o grandi, che le rendono uniche.
Nell’opera di Fasoli c’erano moltissimi spunti, e praticamente mezzo secolo di musica e vicende.
Non volendo però fare un classico documentario biografico con immagini di repertorio a supporto ho voluto circoscrivere il racconto chiedendo a Claudio di scrivere un brano inedito per noi, permettendoci di seguire le fasi più importanti dal momento del concepimento fino ad arrivare alla proposta live al pubblico, così è nato “Yet”.
Com’è stato collaborare a stretto contatto con un mito del jazz?
Lavorare con Claudio e i suoi musicisti é stato molto stimolante, pur avendo lavorato per anni in ambito musicale con Mtv per la prima volta mi sono confrontato con il Jazz, quello vero con la J maiuscola. Naturalmente ho dovuto sforzarmi per capire alcuni aspetti complessi di quel genere, e anche di Claudio, e non sempre ci sono riuscito, ma credo che anche questo velo di mistero faccia parte del Jazz.
Che cosa ti ha colpito di più di Claudio Fasoli, come persona e musicista?
Di Claudio mi hanno colpito molte cose, come spesso accade la musica ed il personaggio non è detto che coincidano in tutto.
Claudio é un virtuoso, ma anche una persona molto semplice che vive una vita tranquilla. Per me è la rappresentazione vivente del fatto che la genialità può rivelarsi dove meno te la aspetti.