Dopo i sold out di Bucine e Firenze, arriva il 29 e il 30 aprile al Teatro Guanella di Milano il nuovo allestimento italiano di Spring Awakening, il rock musical che affronta temi adolescenziali, con protagonisti gli allievi di MTA – Musical Times Academy, prestigiosa accademia di musical toscana. Il tour, per questa stagione, si concluderà il 6 maggio al Teatro Verdi di Montecatini Terme.
Musical Times, realtà di formazione e produzione diretta da Denny Lanza, porta in scena il nuovo allestimento italiano di Spring Awakening, il controverso rock musical vincitore di numerosi Tony Awards, basato sull’opera di Frank Wedekind, con musiche di Duncan Sheik e libretto e testi di Steven Sater.
Si tratta di una School Edition portata in scena dalle allieve e dagli allievi di MTA – Musical Times Academy di Calenzano (Firenze), che hanno un’età anagrafica vicina a quella dei personaggi della storia: un gruppo di oltre 20 persone divise in due cast. I testi sono tradotti e adattati da Maria Chiara Chiti.
In questa intervista, il regista e produttore Denny Lanza, che ha curato anche le coreografie, insieme con Giovanni Ceniccola, racconta cosa ha significato per lui questo progetto e come lo ha portato a compimento.Denny, come hai scelto questo titolo?
Volevo uno spettacolo che mi rappresentasse, qualcosa che sentissi nelle mie corde e non volevo uno spettacolo con grandi impianti scenografici. Cercavo uno spettacolo più intimistico, che mi permettesse di realizzare un allestimento sicuramente più emotivo e sensibile e che fosse in sintonia con i miei studenti. Ho subito capito che “Spring Awakening” è lo spettacolo che meglio “mi sta addosso” in questo momento storico. Poi è cominciato il lavoro mio, insieme a Maria Chiara Chiti e al direttore musicale, Armando Polito, sulla traduzione delle canzoni.
Un’esperienza stimolante per la tua compagnia, perché questa volta non si è trattato di adattare i testi di canzoni già note, ma c’è stato un vero e proprio lavoro di traduzione di testi e liriche.
Il lavoro non è stato semplice, perché Spring Awakening è uno spettacolo che io definisco “poetico” e anche le canzoni hanno questa vena poetica, che non si poteva perdere nella traduzione delle liriche, e quindi mantenere il significato delle parole insieme alla poesia che caratterizza i brani è stata una bella sfida.
La MTA – Musical Times Academy ha una tradizione composita e il background dei tuoi allievi e piuttosto variegato: come hai costruito il lavoro con loro?
Questi ragazzi sono davvero in gamba e, per quanto sia un gruppo “variopinto”, sia per provenienza geografica, sia per i loro differenti background, sono tutti accomunati dal talento, dalla passione e dalla voglia di farsi guidare dal regista. I ruoli sono stati assegnati in base alle attitudini e alla somiglianza fisica, per cui tutti si trovano a gestire ruoli che gli calzano addosso. Lavorare con dei “fogli bianchi” è stimolante, perché questi ragazzi vivono quello che hanno vissuto i rispettivi personaggi, seppure in un’epoca differente.
Quanti sono i ragazzi sul palcoscenico?
Ho costruito fino a tre cast, perché i ragazzi sono tanti, circa una trentina. Considera che i ruoli in Spring Awakening sono circa 13. Dal punto di vista didattico, inoltre, è importante dare a questi ragazzi la possibilità di fare esperienza di palcoscenico, ma anche di cimentarsi in ruoli che magari non porteranno mai in scena, ma che devono essere pronti a sostenere. Tutti sono ensemble, ma anche cover di almeno un personaggio. Così siamo sicuri che, qualunque problematica ci possa colpire in questi tempi difficili, siamo pronti a un piano B.
Hai lasciato i ragazzi liberi di confrontarsi con le tematiche dello spettacolo, e poi di esprimersi, o li hai guidati in qualche modo?
Io sono un regista con la mania del controllo, difficilmente riesco a delegare completamente determinate mansioni. In questo caso, ho permesso ai ragazzi di sperimentare questi personaggi e di mostrarmi le loro emozioni nell’interpretarli; e devo dire che, per la prima volta, sono stati gli interpreti a fornirmi una bozza di quello che sarebbe diventato lo spettacolo. Ho scoperto un nuovo modo di fare regia che è più consapevole, più maturo.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, questa esperienza può servire da stimolo per progetti futuri?
Per me, ma soprattutto per i ragazzi, questa esperienza è sicuramente formativa, perché gestire uno spettacolo di questa portata in un simile momento storico, insegna a fronteggiare gli imprevisti dell’ultimo minuto ed è fondamentale sviluppare un’adeguata capacità di adattamento. Ti anticipo che prolungheremo i diritti di Spring Awakening per la prossima stagione e sto valutando un nuovo spettacolo da portare in scena, tradotto in italiano. La mia ambizione per il futuro è quella di portare in Italia musical molto conosciuti all’estero, ma quasi sconosciuto in Italia. Sono tanti gli spettacoli di grandissimo successo all’estero, che nel nostro Paese si potrebbero produrre low budget: bisogna avere solamente un po’ di coraggio in Italia.