Sull’“Isola dei Famosi”, il format più seguito tra i programmi della rete ammiraglia Mediaset, condotto da Alessia MARCUZZI, si consuma la curiosità mediatica, del rapporto amoroso tra il candidato vincitore alla finale, Raz Degan e la “bionda” Paola Barale, sua ex compagna di una vita, volta alla sua 12esima edizione.
Ma cosa interessa veramente al pubblico? Quale tipo di empatia nasce tra i protagonisti dei personaggi famosi e la semplice quotidianità della coppia di innamorati della porta accanto?
Raz e Paola. Un amore vissuto e condiviso per oltre quindici anni, viaggiando in tutti i continenti, sperimentando, ricercando curiosità, aneddoti, incontrando popoli e culture altre. Una vita vissuta dentro e fuori gli schemi.
Lei, Paola, la giovane adolescente che voleva diventare insegnante di ginnastica, da sosia di Madonna, a valletta inossidabile di Mike Bongiorno, fino a conquistare il Telegatto, come personaggio femminile dell’anno nel 1991, per la trasmissione Buona Domenica a fianco di Maurizio Costanzo.
Galeotto programma televisivo, culla del suo innamoramento e matrimonio, con il primo ballerino Gianni Sperti, durato 4 anni, il tempo di una meteora. Quell’astro che di lì a breve si materializza nelle sembianze di Raz, rapporto iniziato sulla scia del precedente sodalizio.
E fin qui, la storia, narra della love story possibile anche tra noi comuni mortali.
Ma cosa rende speciale, o comunque interessante questa relazione?
Certamente, finalmente “ l’isola” mette in luce l’ipocrisia dell’essere umano, l’incapacità degli individui di non sapersi relazionare con trasparenza, radicati nei meccanismi socio culturali, del Sistema imperante.
Ma proviamo a fare un passo indietro….
Riguardo all’Amore
Nell’antichità classica, il tema dell’Amore è stato trattato principalmente da Platone nel Simposio e nel Fedro. Per parlare di amore, è necessario riflettere sul significato di desiderio. L’etimologia del termine deriva dal latino, considerare e desiderare, cioè, da un lessico augurale.
In entrambi i termini è presente la parola “sidus”, cioè astro.
Letteralmente “considerare” significa contemplare un astro, mentre “desiderare”, significa rimpiangere un astro che è sparito, rimpiangere la sua assenza. Dunque desiderare, in senso etimologico, significa rimpiangere l’assenza di qualcosa o qualcuno. Mentre il desiderio, richiama la resurrezione di un benessere ormai sparito.
Dai grandi filosofi cristiani, S.Agostino e Tommaso D’Aquino, che riprendono la teoria platonica dell’amore reinterpretandola in chiave cristiana, rimandano al regno di Dio, a Freud che rimanda il desiderio al concetto di bene, l’equazione non cambia : la mancanza, il ricordo, il rimpianto di un astro sparito, prima presente, rimane sulla riflessione della parola…Amore!
In tutte le lingue del mondo Eros, Agape in greco, ishq, o amore divino nel sufismo islamico. I praticanti credono che l’amore sia una proiezione dell’essenza di Dio con l’universo. Nell’induismo l’amore e il piacere sensuale Kama, è desiderio naturale, dono della divinità, e rappresenta uno dei 4 scopi della vita, il cui opposto è Prema, cioè l’amore elevato, spirituale e divino.
Nel Buddismo, la definizione di “amore” è volontà che gli altri siano felici. E’ una pratica filosofica di comportamento di accettazione di sé e degli altri che matura la consapevolezza dello stato interiore di benessere verso la cura del prossimo, molto diverso da quello che si intende comunemente dal pensiero occidentale e nostro italiano: attaccamento, relazione e sesso.
Beh! Speriamo che questa spiegazione possa dare “sollievo”, a tutti coloro che in qualche modo vorrebbero essere come, o redimere Raz Degan dal suo stato di grazia.