Ha rischiato tutto per mantenere vivo il suo sogno

 

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Danza o Muori” (Editore De Agostini, 320 pagine, Prefazione di Roberto Bolle) è la storia – raccontata dalla voce stessa del suo protagonista – di Ahmad Joudeh, nato nel 1990 da padre palestinese e mamma siriana, e cresciuto nel campo profughi palestinese Yarmouk, a Damasco, in Siria.

Appassionato di ballo fin dalla più tenera età, Ahmad ha frequentato lezioni di danza in segreto a causa dell’opposizione del padre, che lo bastonava alle gambe per impedirgli di ballare. A rendere tutto ancora più difficile, la guerra (le bombe hanno distrutto la sua casa, il suo quartiere, e ucciso cinque membri della sua famiglia).

Ma Ahmad Joudeh ha continuato a ballare e a studiare danza sul tetto della casa di amici, un muro come sbarra, tra le pallottole e le esplosioni non troppo lontane, e a dare lezioni di danza ai bambini del campo.

Nel 2014 partecipa alla versione araba del reality “So You Think You Can Dance”: arriva in semifinale, ma non vince perché senza nazionalità. L’apparizione in questo programma lo rende celebre sia in Siria sia all’estero ma gli procura l’odio degli estremisti.

Ma nemmeno questo lo ha fermato e negli ultimi anni Ahmad si è esibito sui palchi di tutta Europa, portando ovunque il suo messaggio di pace grazie a diverse performance dedicate ai tanti artisti meno fortunati di lui costretti a restare in Siria. Il suo sogno è fondare e dirigere il “Syrian National Ballet” in una Siria finalmente libera e pacificata.

“La danza come messaggio universale di pace. Un racconto toccante e vero. Un libro sul coraggio, la determinazione e la resilienza”.

A soli 28 anni il ballerino siriano palestinese Ahmad Joudeh ha una storia da brivido, oltre che un curriculum artistico che parla da sé. Il suo sogno di diventare un professionista della danza classica e la sua determinazione gli hanno permesso di vincere su tutto: sulla resistenza e sulle violenze domestiche del padre, sulle bombe della guerra in Siria e le minacce degli estremisti.

La sua storia ha fatto il giro del mondo.

Ora vive ad Amsterdam con lo status di rifugiato, grazie alla fondazione “The Dance for Peace Fund”, creata per sostenerlo negli studi e aiutarlo a realizzare il suo sogno. Ahmad Joudeh è un personaggio fortemente mediatico con un seguito sempre maggiore, che lo ha portato a duettare con Roberto Bolle accompagnati da Sting (“Danza con me”, Rai1, 1° gennaio 2018), ad apparire più volte sui giornali e le televisioni di tutto il mondo e ad essere protagonista di un documentario olandese a lui interamente dedicato.

Il suo sito web è http://www.ahmadjoudeh.com/

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