In scena al Teatro Miela di Trieste, una nostra cara conoscenza: Daniele Parisi. Un’altro romano a Trieste. Daniele Parisi sarà in scena con un nuovo spettacolo AB HOC ET AB HAC e non potevamo perdere l’occasione di intervistarlo, prima della messa in scena.
AB HOC ET AB HAC di e con Daniele Parisi, sarà in scena al Teatro Miela di Trieste il 2 Febbraio alle ore 21.00.
Ab hoc et ab hac. Parlare a vanvera. Quanto si parla a vanvera oggi giorno?
Non lo so, è un’epoca in cui ci parliamo addosso, continuamene, non ascoltiamo, gridiamo, parliamo sopra la musica dei bar, dei negozi, dei supermercati affollati, siamo in tanti in troppi, il traffico…ecco sto parlando a vanvera…lo sapevo…scusate.
Chi sono i personaggi dello spettacolo?
Sono umanità disperate in cerca di una cura. E’ l’umanità stessa ad essere afflitta da una malattia: l’esistenza. Può darsi che oltre alle malattie anche l’esistenza sia tutta psicosomatica.
Hai un personaggio preferito tra tutti quelli che interpreti ?
Sicuramente mi sento molto vicino a quello che ha la malattia della pancia, anche se la vecchia che dimentica le pillole non mi fa dormire la notte
In scena hai pochissimi oggetti, quanto è difficile tecnicamente uno spettacolo del genere e quanto è il livello di improvvisazione?
E’ tutto assolutamente scientifico. La struttura dello spettacolo è rigidissima e l’utilizzo degli oggetti è maniacale. Solo così riesco a costruire uno spettacolo, perché poi, avendo una rete solida sotto, posso permettermi di saltare e magari di improvvisare.
Sono anni che porti in giro questo spettacolo con il quale hai vinto diversi premi, cosa è cambiato dalla prima rappresentazione?
E’ assolutamente identico nella struttura e dunque sempre diverso. Chiarite le direzioni mi posso permettere ogni volta di arrivare a destinazione in maniera inaspettata.
L’anno scorso hai vinto il Premio Nuova Imaie Talent Award come Miglior Attore Emergente alla Biennale di Venezia. Come ti fa sentire e ci sono stati sviluppi positivi?
Vincere un premio è sempre molto bello, l’ultima volta era il 1991, secondo classificato alla corsa campestre della scuola media statale Antonio Vivaldi. Quindi 1991, 2016, il prossimo dovrebbe esserci nel 2041…e data l’età…spero sia una corsa campestre.
Dopo Trieste dove ti porterà la tournèe di questo spettacolo ?
Andrò nelle Marche, a Genova e poi a Roma. Spero di continuare a replicare tutti i miei spettacoli a ripetizione finché il corpo e la mente me lo consentiranno.
Programmi per il futuro ?
Sto preparando il nuovo spettacolo, adesso è ancora una bozza, sto improvvisando sulla scena, spero a breve di presentare al pubblico uno studio, un breve estratto del lavoro.
AB HOC ET AB HAC, sinossi dello spettacolo
Nella sala d’aspetto di un pronto soccorso, uno con gli organi spostati, uno che odia la primavera e uno con il gomito del tennista, aspettano di essere visitati. Ivano prende le pillole. Lo psicosomatico salta la corda per il problema della malattia della pancia.
Un uomo chiede cos’è l’amore, un vecchio gli risponde. Un chirurgo vuole assolutamente operare qualcuno. Il portiere di un palazzo stende i panni e due calzettoni si interrogano circa gli psicofarmaci.
Un vecchio signore esalta ancora la sua potenza sessuale. I personaggi si avvicendano così uno dopo l’altro, parlano in una sala d’aspetto di un pronto soccorso, gridano in mezzo alla strada o dal balcone di un palazzo.
L’elemento musicale e ritmico – fornito dalla registrazione dal vivo di loop vocali – dialoga con personaggi che spuntano dal basso, appaiono a mezzo busto, si cambiano d’abito, mutano corpo e voce.
Un gioco al massacro in cui attraverso la combinazione del riso e dell’orrore, si entra in un universo assurdo, un mondo decaduto che di fronte alla malattia smarrisce il suo principio razionale, divenendo inconsapevolmente ridicolo.