di Alessandro Giglio
Qui a “Pane e Burlesque” non c’è cresciuto proprio nessuno, persino quella Mimì La Petite (alias Sabrina Impacciatore) che porta in un bigotto paesino pugliese questa forma d’arte di nuovo in voga da qualche anno a questa parte.
La commedia di Manuela Tempesta, all’esordio in un lungometraggio, è una storia tutta al femminile che gioca sul Burlesque come fonte di liberazione femminile e riappropriazione del proprio ruolo.
Ispirandosi in maniera evidente al Full Monty di Peter Cattaneo, la Tempesta ne fa una versione in rosa in chiave comica ma non solo.
I riferimenti alla crisi economica italiana di questi anni la attualizza ma in qualche modo al contempo l’appesantisce.
Non tutte le gag sono riuscite e alla lunga anche la pur brava Sabrina Impacciatore rischia di scocciare con il suo doppio ( ricercata artista di burlesque / pugliese verace).
Più calibrata tutto sommato la prova di Michela Andreozzi ( anche cosceneggiattrice) nella triplice veste di mamma, sarta e performer burrosa e imprevedibilmente capace!
La vita di una placida cittadina pugliese alle prese con la chiusura della fabbrica che dava lavoro a tanti abitanti, è rotta dal ritorno di Giuliana (ora in arte Mimì La Petite), che con le sue Dyvettes arriva per chiudere le pratiche legate al decesso del padre.
Non staremo a spiegarvi come ma le Dyvettes bidoneranno Mimì che d’improvviso, con tante esibizioni già programmate, si trova senza il gruppo di burlesque che aveva formato.
Ecco allora che saranno tre improvvisate ragazze del paese a prendere in tutto segreto il posto delle tre collaudate creature di Mimì.
Oltre alla già citata Andreozzi, troverete la bella ma impacciata, goffa e poco sicura di sé Matilde cui il forte accento umbro non giova di certo a valorizzarla ( una Laura Chiatti che sembra la Cristiana Capotondi di “Come tu mi vuoi”, con tutte le pecche che ciò comporta).
Viola è invece l’esuberante, sexy e senza peli sulla lingua Giovanna Rei nei panni della cortegiatissima cameriera del bar centrale del paese.
Mimì farà la magia e le tre si trasformano con un po’ di fatica ma con successo inaspettato nelle “Bombettes”!
Unico vero protagonista maschile, sebbene non propriamente centrale, è il lanciatissimo Edoardo Leo nella parte di Vincenzo, marito di Matilde e proprietario della sartoria che sta andando a rotoli in cui lavorano sia la moglie che Teresa.
Una prova un po’ sottotono e a tratti impacciata per Leo che nel momento in cui si trova ad alzare la voce in un litigio familiare sembra persino perdere il poco credibile accento pugliese per far posto ad uno più spontaneo e del tutto romano… Chissà se la cosa era voluta… Io non credo!
Il finale tutto miele che sembra ricalcare “Una piccola impresa meridionale” di Papaleo non può mancare e se non resta nulla di memorabile, alcune intuizioni sono comunque buone facendone un prodotto tutto sommato sufficiente.
Da giovedì 29 maggio “Pane e Burlesque” è nei cinema distribuito da 01 Distribution.