La famiglia: rifugio e prigione, gioia e tormento. È un luogo in cui ci si forma, si cresce e, talvolta, ci si spezza. Cose che so essere vere di Andrew Bovell cattura questa complessità con una commedia dai toni neri, che di “sfumato” ha ben poco. Diretto da Valerio Binasco, lo spettacolo porta in scena una storia familiare che colpisce per la sua crudele autenticità e per l’intensità con cui esplora le crepe invisibili dei rapporti più intimi.
Uno degli spettacoli più attesi della stagione teatrale è finalmente approdato a Trieste: Cose che so essere vere (Things I Know to Be True) di Andrew Bovell, diretto con maestria da Valerio Binasco, ha incantato il pubblico del Politeama Rossetti dal 28 novembre al 1 dicembre. La pièce, per la prima volta rappresentata in Italia nella traduzione di Micol Jalla, è stata accolta con applausi a scena aperta, a dimostrazione del grande coinvolgimento emotivo che ha saputo generare.
Al centro della scena, una straordinaria Giuliana De Sio ha regalato un’interpretazione viscerale e potente, capace di alternare forza e fragilità con rara intensità. Accanto a lei, Valerio Binasco – non solo regista, ma anche protagonista – ha offerto una performance commovente e misurata, perfettamente in sintonia con l’ensemble.
Un’attenzione particolare va alla giovane Giordana Faggiano, classe 1995, a cui Binasco ha affidato il compito di aprire e chiudere la narrazione. La sua presenza scenica ha aggiunto delicatezza e intensità, che ha saputo conquistare il pubblico e, infatti, è suo il primo applauso a scena aperta.
Ambientata nella periferia di Adelaide, Cose che so essere vere racconta con acume e profondità la storia dei Price, una famiglia apparentemente solida ma attraversata da crepe nascoste.
La trama si sviluppa attraverso i punti di vista dei quattro figli che, scanditi nelle quattro stagioni, lottano per affermare la propria identità al di là delle aspettative genitoriali. È un ritratto di famiglia che alterna momenti di umorismo e dolore, esponendo il peso dei non detti e del detto troppo e male. Un altro protagonista è il passato, che non si archivia ma che plasma presente e futuro.
La scrittura di Andrew Bovell, autore australiano noto per opere come Speaking in Tongues e When the Rain Stops Falling, si distingue per l’equilibrio tra tecnica contemporanea e il gusto per la narrazione. Come ha sottolineato lo stesso Binasco nelle sue note di regia, «Bovell crede nella trama ancor più di quanto creda nella pura forma, regalando ai suoi drammi un sapore piacevolmente retrò ma al contempo attuale».
Il risultato è uno spettacolo dal forte impatto emotivo, che sa raccontare le verità nascoste sotto la superficie dei rapporti familiari. Una commedia malinconica che colpisce al cuore e lascia un segno profondo negli spettatori.
In scena Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Stefania Medri e i già citati Giuliana De Sio, Giordana Faggiano e Valerio Binasco, sono impeccabili, Cose che so essere vere ha confermato di essere uno dei capolavori della stagione 2024-2025.
Al Politeama Rossetti, emozioni così intense da essere quasi palpabili, e il calore del pubblico ha restituito il senso di una condivisione autentica. Si è pianto tanto, infatti.
All’uscita dalla sala, qualcuno commenta “finalmente uno spettacolo per cui valeva la pena sfidare la Bora!”
Le scene e le luci dello spettacolo sono di Nicolas Bovey, i costumi di Alessio Rosati, il suono di Filippo Conti, video e pittura di Simone Rosset.
È coprodotto dal Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di HLA Management Pty Ltd.