Il corpo sospeso di Fabrizio Andreella
(I gesti della danza tra codici e simboli)
Cosa si nasconde dietro la marginalità della danza in un Occidente che sembra decantare incessantemente i piaceri del corpo? Dove è iniziato il viaggio, intrapreso dall’idea di corpo, che ha portato alla reclusione della danza negli ambiti di un’arte comprimaria e dell’intrattenimento notturno?
Sono questi gli interrogativi da cui parte il saggio scritto da Fabrizio Andreella “Il corpo sospeso” nelle sue interessanti 200 pagine, con una sapiente introduzione di Umberto Galimberti, edito da Moretti&Vitali nella collana “Il Tridente” a cura di Eva Pattis e Carla Stroppa.
Il libro è un’indagine che coglie l’essenza dell’esperienza coreutica esaminandone gli elementi costitutivi: l’anima e il rito, il corpo e il gesto, il linguaggio e il sacro.
Il processo di codificazione del corpo, che si inaugura con la nascita e la definizione della modernità, viene individuato come lo snodo decisivo per la storia, le pratiche e le rappresentazioni della danza in Occidente.
Almeno da allora, la nostra cultura sembra aver occultato e dimenticato l’insegnamento finale di Gesù che, secondo gli “Atti di Giovanni”, al termine dell’ultima cena disse enigmaticamente: “Chi non danza non sa cosa succede”.
Prima paganizzata, poi demonizzata e infine secolarizzata, la danza oggi non fa più parte di quel corredo di strumenti rituali che, nel corso della storia, hanno sempre cercato di unire simbolicamente corpi e anime, uomini e donne, esseri divini e vicende umane.
E così, il corpo che essa abita non è più soggetto di un rito ma oggetto di un codice. Un corpo chiuso nelle regole che, dal Rinascimento, ancora oggi lo irreggimentano.
L’autore di questo libro, Fabrizio Andreella, ha vissuto a Praga, Città del Messico, Milano e Madrid, dove ha lavorato come saggista, docente di Storia moderna presso l’Universidad Anahuac, giornalista, direttore creativo e web editorial manager. Collabora con il prestigioso supplemento culturale de “La Jornada”, uno dei più importanti quotidiani messicani. Attualmente vive a Vicenza e si interessa di Storia delle idee e della mentalità.
La casa editrice Moretti e Vitali nasce a Bergamo alla fine del 1989. Dopo venticinque anni il suo catalogo conta circa 750 titoli e tre riviste di scienze umane (Anima, Atque, l’Ombra). Il progetto editoriale si declina nell’ambito delle scienze umane in una prospettiva antropologica che attraversa la psicologia analitica, la critica letteraria, la filosofia, la poesia, l’estetica, le arti, l’architettura. Vale a dire le manifestazioni creative e spirituali dell’uomo nelle quali si può “vedere in trasparenza” il “fondo poetico della mente” e che fonda la visione del presente in una cultura che non trascura l’eredità dei passato.