Domani,domenica 17 novembre, si chiuderà l’VIII edizione del Festival Internazionale del Film di Roma e oggi sabato 16, si è svolta la conferenza stampa di chiusura alla presenza del Direttore Artistico Marco Muller e del Presidente Paolo Ferrari coadiuvati dal Direttore Generale Lamberto Mancini.
Una conferenza stampa assai snella che ha snocciolato i dati che hanno caratterizzato questa edizione.
Lo diciamo subito, i numeri parlano chiaro e possiamo dire che il bilancio è da considerarsi positivo soprattutto se riflettiamo su come il budget sia calato e tutti i numeri al contrario virino in territorio positivo.
Numeri importanti che parlano di 163 film proiettati provenienti da 30 paesi, di 90 delegazioni presenti per 250 talent, 7 sale per 402 proiezioni con una media di occupazione per sala del 70%.
Fa piacere sapere che il numero di biglietti emessi sale di un buon 20% malgrado non ci fossero più le due tensostrutture dello scorso anno che alzavano il numero dei biglietti vendibili.
Si dovrebbe chiudere nel fine settimana intorno ai 60000 biglietti staccati.
46 proiezioni si sono svolte nella cornice del MAXXI di via Guido Reni, questa collaborazione col Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo ha funzionato bene, tantissimi sono stati gli spettatori che arrivavano per il Festival e andavano poi anche al MAXXI.
5500 il numero degli accreditati, mentre si è verificato un incremento del 20% tra gli studenti accreditati per seguire il Festival.
Quanto alla copertura mediatica si calcolano 128 articoli giornalieri sui quotidiani nazionali e locali contro i 570 articoli in media pubblicati sul web.
Per ciò che concerne la tecnologia e il controllo qualità rileviamo come il 94% dei film sia stato in digitale.
Grossa spinta è venuta dal sito web del Festival che con 184000 visitatori unici ha registrato un incremento del 40% e uno del 15% per le visualizzazioni di pagina. Sempre da internet spicca un aumento del 37% dei Likes sulla pagina Facebook e, per rimanere in tema social network, 6500 followers su Twitter.
Direttore ,nella conferenza stampa di apertura del Festival ci aveva detto che questa sarebbe dovuta tornare ad essere una festa. Quale sarà il futuro della manifestazione?
La formula festival/ festa era un passpartout, un aprirsi per mettersi meglio in gioco. Inizia ora il momento della verifica tra le opinioni dei soci fondatori. Per parte mia posso dire che a questo punto li tempesterò di mail per sapere cosa ha funzionato e cosa no, cosa c’era di buono e cosa mancava. Il produttore di “Hunger Games” Jon Kilik ha detto che questa è la sede giusta per “acchiappare” film prima della fine dell’anno. Se avremo le date giuste questa sarà la nostra grande opportunità. Da un colloquio con lui credo di aver capito dove porteranno il terzo episodio della saga…
Quali pensate siano le criticità da non ripetere e i motivi di soddisfazione?
C’è una percentuale bassa di cose che non ha funzionato. Va sottolineato che nonostante i fondi si siano assottigliati, la politica dei prezzi più articolata e in linea con la crisi economica ha dato i suoi frutti. Se posso aggiungere una cosa vorrei ci fosse più comunicazione perchè tanta gente pensa ancora questo sia un Festival per addetti ai lavori. In questo i social network ci devono aiutare. Viviamo un momento critico dato dal mercato delle sale che ha perso centinaia di migliaia di biglietti, questo qualcosa vuol dire … Ricordiamo pure che siamo ora collocati al tredicesimo posto nel mercato internazionale dalla sesta posizione che occupavamo fino a poco tempo fa. Questo può essere il luogo adatto dove si verifica il potenziale di mercato di un film.
Paolo Ferrari ha sottolineato come Roma non ha abbia più una sala che superi i 500 posti. Ben vengano posti come il Parco della Musica quindi, se manca la Sala Santa Cecilia Roma non ha una sala adeguata per un grande avvenimento. Dieter Kosslick, direttore del Festival di Berlino, proprio osservando la Santa Cecilia ha osservato come questa potrebbe essere la location giusta per gli European Film Awards prossimi.
Roma in che luogo si pone rispetto agli altri festival internazionali?
Per ora in quello di un “ Festaval” più che Festival. Dobbiamo trovare lo spazio giusto in date giuste, non deve essere il luogo dove non sono approdate le pellicole destinate a Venezia e Toronto ma scartate. Dobbiamo potenziare il nostro impatto mediatico.
Quali sono le date giuste di cui parlate?
Quelle che tengono conto di una festa mobile come è il Thanksgiving. Deve trovarsi dopo l’American Film Marketin cui molti venditori di film non americani cercano una opportunità. È qui che si deve cercare di capire se un film rischia di funzionare nelle sale. Di solito, comunque intorno a metà di novembre.
Non c’è a questo punto il rischio che ci si sovrapponga andando troppo in avanti sul Festival di Torino?
Una cosa è certa, ci vorrà concertazione sulle date.