Inserito nella cornice di Trieste is Rock e organizzato da Good Vibrations, per la prima volta in Italia, ieri Trieste ha imparato ad apprezzare dal vivo il sound dei The White Buffalo, progetto musicale capitanato dal cantautore statunitense Jake Smith con la collaborazione di Matt Lynott alla batteria e Tommy Andrews al basso.
Il nome del gruppo rimanda al bisonte bianco, animale sacro alle tribù native americane. Il loro stile è influenzato sia dal country o dal blues ma anche dal rock classico ed è caratterizzato dalla voce profonda di Smith, a metà strada tra quella di Eddie Vedder e quella di Bruce Springsteen mentre i testi narrano un’America passata, fatta di fuorilegge e strade polverose.
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Non ero più un ragazzo: avevo 20, 22 anni. Io e un mio amico eravamo seduti a bere delle birre, quando suo padre iniziò a suonare canzoni di John Prine e Bob Dylan. Un giorno gli chiesi di mostrarmi alcuni accordi appena avessi avuto una chitarra tra le mani. E lui rispose: sicuramente. Così appena uscito di casa, sono corso al banco dei pegni ad acquistarne una da pochi soldi, da lì ho iniziato a scrivere canzoni.
Così Jake Smith, voce e leader dei The White Buffalo , racconta i suoi tardivi approcci con la musica.
Dopo l’esordio del 2007, il grande pubblico si accorse di lui grazie alla serie tv Sons Of Anarchy e a quel ‘Once Upon The Time In The West’ (2011) che sembrava costruire il ponte ideale tra la vecchia America cantata dagli outlaw country men degli anni settanta e l’America della generazione grunge di metà anni ’90, che celebrò il funerale di tutte le vecchie speranze.
Beh, io sono una persona abbastanza gioviale ma so che il lato più oscuro della vita può essere più interessante. Sono un uomo di famiglia, ma ogni tanto possono esserci ancora problemi. Alcune cose di cui scrivo sono d’attualità, ma cerco sempre di lasciarle vaghe, per fare in modo che ognuno possa interpretarle a modo suo.
14 milioni di visualizzazioni
Decine di migliaia di fans su Facebook, una costante crescita artistica e milioni di visualizzazioni su Youtube (la sua versione di “House of the Rising Sun” ha totalizzato quasi 14 milioni di views su Youtube), e un nuovo splendido disco, quel “Love and the Death of Damnation” che sta vendendo ben oltre le previsioni.
L’inizio del concerto in Piazza Verdi vede tutto il pubblico seduto in modo composto sulle proprie sedie, ma sono bastati un paio di riff di chitarra e, soprattutto, un paio di graffiate con la voce pazzesca di Jake Smith per far alzare tutti per lanciarsi sotto palco come più si addice ad un vero concerto rock.
Vi lasciamo con questa meraviglia