L’11 settembre 2001 è una data che ha segnato per sempre la Storia ma soprattutto le vite di moltissime persone.

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L’attacco alle Torri Gemelle di New York è uno di quei momenti che non ci si può togliere dalla testa: ancora oggi molti ricordano esattamente dove si trovavano e con chi erano, mentre guardavano attoniti quelle immagini trasmesse al telegiornale.

Quei fotogrammi sono ancora così drammaticamente presenti che il fatto di provare a farne un racconto diverso che ispiri sentimenti opposti, potrebbe risultare apparentemente stridente.

Eppure in “Come From Away”, musical di Irene Sankoff e David Heinche, tutto risuona in maniera perfettamente armoniosa.

“Come from Away” racconta quello che è successo veramente a Gander, cittadina canadese a Terranova, dopo la chiusura dello spazio aereo americano, a causa dell’attentato alle Torri Gemelle.

In un piccolo paese di 9000 abitanti, “on the edge of the world”, sono stati dirottati 38 aerei, per un totale di 7.000 passeggeri ai quali dare un posto dove dormire, qualcosa da mangiare e un po’ di conforto in mezzo a tanta paura e angoscia.

I “come from aways”, come vengono chiamati a Terranova coloro che arrivano da altri posti, rappresentano anche mondi culturalmente e linguisticamente diversi.

Eppure gli abitanti di Gander e di tutti i paesini limitrofi, non hanno dubitato un secondo e hanno attivato una vera e propria catena umana di aiuto e supporto, senza aspettarsi nulla in cambio.

“Come From Away” rappresenta l’altra faccia della medaglia: la speranza dietro la disperazione, la solidarietà dietro l’atrocità, la resilienza dietro l’annientamento.

«Il primo giorno avevamo con noi 7.000 sconosciuti» ha dichiarato Claude Elliot, il sindaco di Gander. «Il terzo giorno avevamo 7.000 amici. E il quinto giorno 7.000 familiari».

Un intreccio di vite che ha creato dei legami talmente forti da non spezzarsi, neanche dopo 10 anni. Gli autori del musical, infatti, hanno partecipato proprio al “raduno” dei veri protagonisti di questa vicenda nel decimo anniversario, traendone l’ispirazione per raccontare la storia di speranza nel pluripremiato musical.

La scenografia è essenziale proprio perché ci pensano i protagonisti a riempire la scena con la loro incredibile versatilità, in grado di interpretare i “terranoviani” e subito dopo quelli “venuti da altrove”, solo con un simbolico cambio di giacca o di cappello.

Tra il rimbombo delle sirene, delle urla della gente e di quel terribile suono provocato dalla caduta delle due torri che ancora riecheggiano nei nostri ricordi, si fa spazio un canto di speranza che prende vita attraverso le storie reali dei personaggi e la colonna sonora di Christopher Ashley.

I numeri musicali, interpretati da una coinvolgente orchestra dal vivo, sono ispirati a un mix di musica tradizionale celtica e folk-rock ma anche agli stili musicali regionali dei “come-from-aways”.

Lo spettacolo che è approdato a Trieste, raccogliendo una standing ovation nella sua prima replica, è anche il “debutto” nell’Europa continentale di quest’edizione originale di Broadway e di Londra (ricordiamo il recente ingresso dello Stabile del FVG nella Broadway League).

Uscendo dal teatro Rossetti, dopo la visione di “Come from Away”, si ha la sensazione di aver ritrovato una realtà che sa di umanità, quella che si credeva fosse stata persa per sempre, guardando quelle immagini delle due torri in fiamme.

Il musical sarà in replica fino a domenica 12 gennaio al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: non fatevelo scappare!

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