Nel quartiere Labaro, periferia romana, da sette anni il Teatro Le Sedie diretto da Andrea Pergolari offre agli abitanti della zona, e non solo, una valida alternativa alla tv, al cinema o a serate nei locali.
Tantissimi spettacoli in programmazione per un teatro di poco meno di cento posti in un quartiere che vanta circa 22 mila abitanti.
In questi sette anni al Teatro Le Sedie cosi chiamato per la varietà di poltrone presenti in sala, sono saliti sul palco tantissimi artisti, attori televisivi, teatrali famosi e non ma tutti straordinariamente bravi.
E’ questa la caratteristica del piccolo teatro: un cartellone raffinato ricco di proposte culturalmente valide.
Tra queste spicca il progetto TRITTICO, fiore all’occhiello di questa stagione 2016/2017. Abbiamo avuto i piacere di assistere al primo appuntamento con due straordinarie donne, artiste, musiciste, attrici: Daniela Giordano e Danila Massimi.
Quattro settimane di repliche su cui la compagnia spalma ben tre spettacoli: Chiamarla V, Di chi è la terra e Pane e Coraggio.
Utilizzando il canto, la musica, il ritmo, la poesia, la parola, affrontano con acuta intelligenza, graffiante ironia ed emozionante vibrazione poetica, sintesi tematiche importanti. Un mix di linguaggi scenici su problematiche dell’oggi attraversati dalla musica che intercettano e coinvolgono anche il pubblico dei giovanissimi
recitava cosi il comunicato stampa, questo ci ha incuriositi e ci siamo accreditati per la prima e torneremo nuovamente a vederle.
Chiamarla V non è solo un omaggio alla donna ma uno spunto di riflessione sull’arretratezza sociale, sulla disparità che ancora vige tra uomo e donna.
Uno spettacolo divertente e profondo allo stesso tempo. Un inizio imbarazzato, volutamente imbarazzato, che evolve in un viaggio fatto di musica e parole intorno a una “meraviglia di genere femminile” a cui, troppo spesso, ci vergogniamo a dare un nome.
Quelle presentate dal duo Giordano/Massimi sono delle variazioni poetiche e sonore su i monologhi della vagina e altre storie.
Si parte con tutti i nomi che il Belli ha dato all’organo genitale femminile, per poi dare voce alla donna, prima romagnola, poi siciliana ed infine romana; e ancora a tutte le donne che sono state uccise, ferite, umiliate.
Le vibranti parole di Daniela Giordano sono accompagnate da ritmi ipnotici e musiche struggenti che giungono alle nostre orecchie dalle percussioni di Danila Massimi.
Uno spettacolo profondo, come profonda è l’interpretazione della Giordano, donna bellissima e bravissima attrice dotata di una potente presenza scenica.
Le donne che porta sul palco provano a liberarsi del disagio di essere donna, legate da una femminilità negata dalla società, dall’arretratezza culturale del posto in cui vivono, dagli uomini, dall’imbarazzo, da loro stesse.
E mano mano che lo spettacolo va avanti l’imbarazzo iniziale si scioglie come è giusto che sia.
Perché non c’è motivo di imbarazzarsi nell’essere donna e nel pronunciare la sua grandezza.
Lo spettacolo torna in scena a grande richiesta venerdì 25 novembre.
Il 26 e 27 saranno in scena invece DI chi è la terra e Pane e coraggio, gli altri due spettacoli del progetto Trittico dedicato alla terra e al lavoro.
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