Ritorna a Trieste, città molto amata, come affermato dopo il lungo applauso finale che ha accolto il debutto triestino di “Chi è io?”, Francesco Pannofino.
L’attore è in scena al Teatro Bobbio di Trieste fino al 10 novembre 2024, insieme a Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino, con un testo scritto e diretto da Angelo Longoni.

Tra commedia e thriller psicologico

Una commedia psicologica e al contempo uno show televisivo un po’ trash fanno da sponda alle grandi domande che ricorrono in ogni vicenda umana: può l’amore essere più forte della morte? Forse sì se i sogni, mischiandosi con la vita, ci riescono a strappare dall’anticamera dell’irreale. E cosa conta davvero nella vita?

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Cosa siamo e cosa vogliamo? Tra frasi ad effetto e lettino da psicanalisi si sviluppa una riflessione anche per lo spettatore, che sì si diverte ma è anche chiamato a un ascolto attivo, che non può che stimolare molteplici riflessioni.

Il rifiuto del tempo come rifiuto della sua importanza.  L’eterna diatriba tra psiche e anima. Sulla misantropia e l’isolamento. Sull’ignoranza della maggioranza e di quel bagaglio culturale che si può trovare ormai “solo all’Ufficio Oggetti Smarriti”. Sulle scelte: che sia credere in un matrimonio che sarebbe da ricostruire, che sia scegliere fra Fede o desideri della carne, che sia lasciarsi tentare da un tradimento. E tu, nella vita, cosa scegli?

“Chi è Io?”

E’ la domanda rivolta al protagonista Leo Mayer, psicanalista e scrittore di successo, all’interno dell’omonimo show, un po’ trash, cui viene invitato per parlare di una nuova fatica in uscita. La domanda lo costringe a ripercorrere alcuni momenti della sua vita come in un sogno.

Lui, intellettuale, ironico pensatore, critico raffinato e sarcastico della società si trova nel tritacarne trash di un’ospitata televisiva in cui tutto viene fuso e mescolato.

Leo Mayer si relaziona anche con alcuni suoi pazienti che hanno difficoltà comportamentali, relazionali, affettive e psichiche. Questi personaggi vengono curati attraverso una psicoanalisi tradizionale ma, allo stesso tempo, sfuggono alle regole alle quali solitamente dovrebbero obbedire.

Ma c’è un altro piano di racconto, la realtà, quella in cui tutti i personaggi incontrati, i pazienti, i conduttori, altri non sono che la moglie, il figlio e l’amante del professore. Tutti abitano la realtà, la fantasia e l’inconscio. 

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