Si intitola ‘Che bella giornata!’ il singolo del cantautore e autore pugliese Stabile. Questa traccia, emozionante e intimista rappresenta una pagina di diario della vita quotidiana ai tempi della quarantena. ‘Che bella giornata’ entrerà a far parte del suo primo album, in uscita il prossimo autunno.
Nel corso degli anni, Stabile, all’anagrafe Marco Murgo, scrive centinaia di canzoni ma ne condivide solo qualche decina, sempre in bilico tra la costante ricerca di uno stile personale e una insopprimibile vocazione alla riservatezza.
Che bella giornata! è il suo singolo di debutto ufficiale, in rotazione radiofonica e on line già da qualche giorno. “Il brano, scritto durante l’isolamento che ha costretto a casa milioni di italiani, ha un titolo ovviamente ironico e allusivo” -racconta Stabile- “e rappresenta una pagina di diario della vita quotidiana ai tempi della quarantena.
Uno spaccato nudo e senza filtri, del terremoto esistenziale che l’emergenza ha prodotto nelle abitudini di ognuno di noi.
Il testo è incredibilmente realistico” – continua il musicista” – “ma non si limita a dettagliare l’angoscia e le limitazioni di questi giorni, bensì offre metafore ricche di ironia e un finale che raccoglie e trasmette tutta la speranza, di cui abbiamo bisogno”.
La ballata, registrata da Alex Di Lascia al PlayStopRecord Studio di Manfredonia (FG), vede Stabile alla voce e chitarra acustica, Matteo Grieco alla chitarra elettrica, Michele Santoro al basso e Alessandro Di Lascia a programmazione, chitarre e tastiere.
Il cantautore ama fotografare la quotidianità e raccontare emozioni con la spontaneità e l’immediatezza tipiche della canzone d’autore, avvolgendole in atmosfere melodiche e intimiste che rivelano un ampio spettro di sfumature. Chitarra e voce: è così che nascono i suoi brani, scritti interamente da lui, che vedranno la luce nei prossimi mesi.
STABILE, all’anagrafe Marco Murgo, nasce a San Giovanni Rotondo (FG). Scrive la prima poesia a nove anni e la prima canzone a tredici. Dopo aver avuto una varietà inaudita di maestri di chitarra con i quali non è mai riuscito a superare la seconda lezione, a tredici anni impara a suonare la chitarra e la batteria da autodidatta.
Ha la fortuna di crescere accanto ad un cugino cultore musicale e collezionista di vinili che gli impartisce un’educazione musicale eterogenea, che diviene la base del suo futuro e della sua identità. Esordisce sui palchi live suonando la chitarra e cantando, in inglese, con band dell’underground.
Dopo aver ascoltato Bob Dylan, un pomeriggio d’estate, si rende conto che la canzone d’autore è la forma di espressione artistica ed esistenziale più consona alla sua indole.
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