Recentemente uscito per Mondadori, “L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan” è stato presentato sabato 16 settembre 2023 dalla sua autrice, Cecilia Sala, all’interno di Pordenonelegge.
Le Storie(s) di Cecilia Sala
Senza tema di smentita Cecilia Sala è una delle voci più brillanti e preparate del panorama giornalistico ed editoriale italiano.
Anche nella capacità di raccontare la storia, di luoghi geopoliticamente incandescenti ma nelle storia, raccontare le storie.
Come Stories è il podcast che cura, come autrice e voce, da fine 2019 per Chora News da inviata-podcaster in aree di crisi. La prima.
La Sala è giornalista del «Foglio» ma ha pubblicato reportage anche su «L’Espresso», «Vanity Fair» e «Wired».
Ha seguito sul campo la crisi in Venezuela, le proteste in Cile, l’Iran, la caduta di Kabul nelle mani dei talebani ad agosto 2021 e la guerra in Ucraina.
E proprio queste tre nazioni racconta, principalmente attraverso figure di donne, ne l’incendio.
L’incendio di Kateryna, Assim, Nabila, Zarifa
Kateryna ha 28 anni, ha fatto la modella, ha amici sparsi per l’Europa e all’inizio del 2022 spera che in Ucraina scoppi la guerra. Oggi Kateryna è un soldato.
Assim ha 23 anni, studia Ingegneria aerospaziale all’università di Teheran e dal giorno in cui Mahsa Amini è morta, il 16 settembre 2022, con il suo gruppo ha cominciato a scrivere il nome di Mahsa nei bagni delle università e nei vagoni dei treni.
Nabila è una campionessa di kick boxing, è lesbica ed è una conservatrice fedele alla Repubblica islamica, ma come molte donne religiose considera il caso di una ragazza fermata in una stazione della metro per un velo malmesso e riconsegnata cadavere pochi giorni dopo alla famiglia «un’onta collettiva e un’enormità contro Dio».
Zarifa è cresciuta con l’idea che da grande avrebbe fatto politica ed è diventata adulta in un Afghanistan dove era possibile, dopo il 2001 e prima del 2021.
Kateryna, Assim, Nabila e Zarifa sono solo alcuni dei protagonisti di questo viaggio. Cecilia Sala li ha seguiti alle feste e tra le bombe.
Il risultato è un racconto corale, straziante, verissimo, che ci mostra in presa diretta «tre incendi che bruciano il mondo» e lo sconvolgono oltre i confini dei paesi in cui sono divampati.
Piccole forme di resistenza alla sottocultura dominante
L’incendio racconta le donne, ma anche una generazione intera.
Quella che non vuole lasciare alle generazioni successive il compito di risolvere le cose, come ad esempio l’invasione russa in Ucraina.
La generazione che, soprattutto in Afghanistan, è quella più sola.
Sì, sola, perchè coloro che sono nate e nati negli ultimi vent’anni sono colori i quali e le quali avevano immaginato e cominciato a costruire il futuro in condizioni e su presupposti incompatibili con i codici degli integralisti.
Ma poi hanno dovuto fare i conti con una promessa infranta e il ritorno dei talebani.
Una sottocultura, quella dei talebani, che, anche i ragazzi, fronteggiano come possono.
Ad esempio, racconta Cecilia Sala, giovani che sposano le proprie amiche.
Sia per non farle finire ‘vittime’ di matrimoni combinati o in mano a qualche combattente talebano, sia perchè le donne possano raggiungere luoghi che non potrebbero visitare sia per poter valicare i settanta chilometri entro cui è permesso loro muoversi da sole.
Luoghi dove si possa studiare, ad esempio: le scuole coraniche.
Piccole zone grigie di resistenza.