Ospiti speciali della serata di sabato di Pordenonelegge2017, Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto, coppia nella vita ma collaboratori anche nella sfera lavorativa.

I due hanno prima annunciato in conferenza stampa l’uscita in home video di Fortunata, opera della Mazzantini divenuta film per la regia di Castellitto e hanno poi parlato, in un incontro sold out al Teatro Verdi, di cinema e scrittura.

Nella mia vita c’è una sedia vuota, sedia su cui si siede Italia di spalle. Ecco da lì è nato tutto

Così esordisce Castellitto riguardo la sua esperienza da regista mentre la moglie racconta dei suoi inizi da scrittrice

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Quella di scrittrice per lei non è stata una vocazione immediata ma negata per tanto tempo, avendo visto le delusioni e i dolori del padre che aveva intrapreso quella carriera.

Una vocazione poi seguita invece che ha portato  a due premi importantissimi nel corso della sua carriera: il Premio Campiello e il Premio Strega.

Pordenonelegge 2017 © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine
FORTUNATA E LA “VELOCITA’ DELLE DONNE”

Cosa può insegnare “Fortunata” alla donne di oggi? Sembra non sia un buon momento per le donne ma in realtà non è un buon momento per la vita interiore di un uomo perché le donne secondo Castellitto viaggiano a una velocità diversa.

Fortunata è un’inadeguata, una stolta, ma conserva un’ingenuità che la rende una regina. Il personaggio si è scritto da sé e fa un cammino verso la coscienza alla velocità profonda tipica delle donne

Un personaggio che si nota sia stato scritto da una donna, molto spesso sono gli uomini a scrivere di donne, molto spesso frustrate

TRE PAROLE CHIAVE

Una delle parole chiave riguardanti la coppia, come sottolineato da Paolo Di Paolo nell’incontro sabato sera al teatro Verdi, è il TEATRO.

Teatro da dove è partito tutto per entrambi; la Mazzantini nasce attrice e non esclude un possibile ritorno sulle assi, a quella che lei definisce

“una dimensione sacrale, uno dei pochi  posti in cui si riscopre la bellezza dello stare in silenzio”

Castellitto aveva invece iniziato l’Accademia per poi non concluderla perché era stato scritturato per una parte

Come si cattura l’attenzione del pubblico? Bisogna sempre pensare che si tratta di un pubblico pensante e giudicante quindi l’unico modo per tenerlo incollato alla sedia o alla poltrona è emozionarlo

Pordenonelegge 2017 © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine

 

SECONDA PAROLA: CONDIVISIONE

Un’altra delle parole chiave della loro sinergia lavorativa è la condivisione: la loro alchimia naturale fin dall’inizio proviene da una visione molto simile del mondo quindi non solo una condivisione esistenziale ma anche una condivisione di sguardi

 

 

A chi chiede se siano entrambi menti o uno sia il braccio dell’altra Castellitto risponde

il genio è lei che crea, io sono solo artigiano che dipana la complessità dell’idea di lei

L’attore e regista continua affermando che quanto abbia imparato del fare il regista sia grazie alla scrittura della Mazzantini.

Una scrittura visiva e corporea, come afferma l’autrice.

TERZA PAROLA: CORPO

Durante l’incontro si è poi passati a parlare dei film nello specifico e della trasposizione filmica dei romanzi, per la Mazzantini la prima volta che aveva visto “Non ti muovere” in realtà non era la prima poiché in qualche modo c’era comunque sempre stata e aveva seguito le fasi di sviluppo.

A tal riguardo ha anche affermato che di solito gli autori non amano la trasposizione ma in quel preciso caso era una delle poche volte in cui si notava che c’era qualcosa che andava insieme tra romanzo e film

Tema centrale o almeno ricorrente di un po’ tutti i romanzi è l’ACCUDIMENTO, il prendersi cura di un’altra persona che c’è sia in ‘Non ti muovere’ che in ‘ Venuto al mondo’.

Corpo è la terza parola chiave nell’incontro di sabato, un corpo illuminato in modo speciale nel caso di Fortunata nell’omonimo film, collocata in una periferia romana quasi incendiata, una luce quasi finta.

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