Cancun, dove tutto cominciò, o tutto finì.
Si apre con Cancun di Jordi Galceràn la stagione del Teatro Bobbio di Trieste.
Il celebre autore catalano, già noto ai frequentatori del Bobbio per “Il metodo” (ripreso quest’anno in co-produzione con Il Rossetti), entra questa volta nel gioco del tempo.
Cosa sarebbe successo nella mia vita se un giorno, ad un bivio della mia esistenza, avessi fatto una scelta diversa ?
Chi di noi non si è mai posto questa domanda ? Galceràn risponde con una commedia sulle relazioni e sui desideri inconfessabili anche grazie alla regia precisa di Marco Mattolini.
Due coppie di amici di lunga data, si ritrovano in vacanza a Cancun per le feste natalizie. La scena si apre con i quattro personaggi che rientrano nel bungalow abbastanza sbronzi e sicuramente felici. La prima coppia è momentaneamente formata da Francesca (Mariangela D’Abbraccio) e Giovanni (Giancarlo Ratti), la seconda da Laura (Nicoletta Della Corte) e Paolo (Blas Roca Rey).
Prima di continuare a raccontare lo spettacolo soffermiamoci un istante per un applauso alla scena disegnata da Francesco Fassone: un bungalow essenziale ed elegante, dove tutto ha un senso sia pratico che estetico, con le palme rivolte all’interno a semicerchio come a racchiudere la vita di chiunque in quello spazio. Scusate la digressione ma era doveroso rimarcare il bel lavoro dello scenografo. Ora procediamo pure.
Tra un bicchiere di champagne ed una risata cominciano a venire a galla verità sopite da più di 25 anni che cominciano ad insinuare i primi dubbi nella mente degli spettatori … e se Francesca (Mariangela D’Abbraccio) non avesse nascosto le chiavi della macchina di Giovanni (Giancarlo Ratti) costringendo Paolo (Blas Roca Rey) ad accompagnare a casa Laura (Nicoletta Della Corte) come sarebbero formate oggi quelle coppie che vediamo in scena ?
Alla fine della prima scena, escono tutti i protagonisti meno Francesca che si addormenta sul divano. Al suo risveglio tutto sarà cambiato.
Dicevamo momentaneamente perché ora Francesca si ritrova sposata con Paolo e tutta la sua vita sembra essersi trasferita in Laura compresi i figli. La commedia si trasforma in una sorta di psicodramma senza mai perdere la sua capacità di far sorridere soprattutto grazie alla verve ironica di un ottimo Giancarlo Ratti.
Da qui una serie infinita di equivoci e confessioni inconfessabili che porteranno i protagonisti a svelarsi fino al monologo di un applauditissimo Blas Roca Rey che racconterà, attraverso la teoria della relatività di Einstein, come il tempo è un fattore del tutto relativo nelle esistenze di tutti noi. E del tutto relativo sarà anche il colpo di scena finale.
Ad allietare lo spettacolo le belle musiche di Luca Pirozzi che mettono allegria facendoci sentire un po’ tutti a Cancun.
In scena fino al primo novembre.