11 settembre 2001: una data che ha segnato la storia contemporanea con l’attacco alle Torri gemelle e l’immaginario collettivo. È anche la data in cui Stefano Mondini, noto doppiatore, autore e regista italiano, ha deciso di ambientare il suo ultimo lavoro teatrale andato in scena al Teatro Antigone di Roma, dal 3 al 20 marzo: Brigada desaparecida.

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La scena si apre con un misterioso rapimento, ma dal serrato interrogatorio tra rapitori e rapito emerge una verità sconvolgente e inaspettata che porta ad un ribaltamento di ruoli. I tre protagonisti, Martin che è stato rapito, Pablo e Victoria, gli autori del sequestro, come  suggerisce già il titolo, ci riportano ad un altro 11 settembre, quello del 1973. Quel giorno, troppo spesso dimenticato, il generale Augusto Pinochet, attua il colpo di stato in Cile che determina la fine della repubblica socialista di Salvador AllendeCon l’instaurazione della dittatura, si verificano arresti e deportazioni di massa nei campi di concentramento , torture nei confronti dei dissidenti,  molti spariti senza lasciare tracce come in Argentina.

Stefano Mondini prova a raccontare  questo spaccato di storia  recente su cui ancora non è stata fatta chiarezza.  Ha scelto di dar voce a questa tragedia del Sudamerica con un testo teatrale a tre voci: Martin, Pablo e Victoria rappresentano le intricate vicende di una donna e di un uomo dissidenti del regime di Pinochet, e della loro figlia nata in carcere. Martin da vittima si trasformerà in carnefice, rivelando pian piano la sua collusione con il regime dittatoriale.

Il testo di Mondini ha un velato sapore di denuncia. Non è stata stimata, ancora, la cifra reale di quanti hanno subito torure, violenze, stupri, e di quanti sono spariti senza lasciare traccia. Mondini fa la scelta coraggiosa di indagare  in una delle pagine più tristi del 900. Il dolore e la violenza però non trionfano nel finale in cui è evidente la mano sensibile e delicata di quest’autore, che si distingue anche nei lavori precedenti, proprio per queste sue qualità umane. Non è la vendetta, infatti, a trionfare ma lo spettatore si trova di fronte ad un esito inaspettato…

Intenso, lacerante, commovente, dagli esiti imprevisti, Brigada desaparecida convince pienamente. Ottima la prova attoriale di Mondini che veste i panni del vile Martin, mostrandosi all’altezza di un ruolo così complesso e impegnativo. Intensa e commovente anche l’interpretazione di Paolo Buglioni, nel ruolo di Pablo, marito straziato dal dolore ma ancora profondamente umano. In qualche passaggio risulta sottotono la recitazione di Roberta Astuti  che presta il volto a Victoria, nata nonostante gli stupri e le violenze subite dalla madre dissidente. Tuttavia si tratta di inezie che non influiscono sul prodotto finale ben confezionato. Coinvolgente e ben riuscita la drammaturgia così come risultano vincenti le scelte registiche. Spettacolo completo da non perdere.

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