Dietro il nome di Manetti Bros. si celano i due fratelli registi e sceneggiatori Marco e Antonio Manetti. Il primo classe 1968 e l’altro appena due anni più giovane, sono entrambi romani e due tra i registi di nicchia e di genere che più mi piacciono.

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Con all’attivo già sette lungometraggi, tre serie tv e decine di regie per i videoclip di numerosi cantanti italiani, il duo arriva di nuovo nelle sale italiane con un film che vi consiglio assolutamente di non perdere.

Me l’ero perso all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma dove fu presentato fuori concorso riscuotendo consensi un po’ unanimi, ma questa volta non avrei perso l’anteprima stampa per nulla al mondo.

Fortunatamente ho dato retta al mio istinto memore del bel sodalizio che lega i due a Giampaolo Morelli, uno dei protagonisti del film di cui vi parliamo oggi e con quale lavorarono nella serie Tv l’”Ispettore Coliandro”: sto parlando di Song ‘e Napule.

Tratto da un soggetto di Morelli, con la sceneggiatura dei Manetti insieme a Michelangelo La Neve, il film è prodotto da Devon Cinematografica con RaiCinema.

Paco Stillo è  Alessandro Roja ( il Dandi di Romanzo Criminale La Serie). Diplomato al conservatorio è un egregio pianista purtroppo senza lavoro.

Dopo tanta ricerca, con una raccomandazione dell’assessore giusto, viene posto all’attenzione del Questore Vitali per un posto di lavoro.

Nei panni del questore un Carlo Buccirosso che regala cinque minuti da antologia, un cameo il suo che trova la ragion d’essere in una prova fantastica e che non ci stancheremmo mai di rivedere!

Assunto malgrado le palesi incapacità, viene relegato al deposito giudiziario. Fila tutto liscio e scontato nel lavoro di Paco finché il commissario Cammarota (un Paolo Sassanelli in grande spolvero e che in conferenza stampa ha mostrato grande feeling con Roja) non lo coinvolge in una importante quanto pericolosa operazione sotto copertura per stanare un boss camorrista latitante da anni.

Al matrimonio della figlia di un altro affiliato e grande amico del boss suonerà una delle tante band neomelodiche napoletane il cui leader è Lollo Love (Giampaolo Morelli).

Paco farà in modo di sostituire il tastierista del gruppo ed entrare quindi nella band e successivamente al matrimonio divenendo Pino Dinamite.

Quella Napoli che sempre aveva voluto tenere lontana da sé e che rinnegava con una parlata volutamente forbita e senza cadenze dialettali, forse gli entrerà nuovamente nelle vene poco alla volta. Ci sarà spazio per quelle note musicali così lontane dalla sua cultura classica?

Un marasma di eventi ed episodi faranno da colonna sonora della sua calata in panni che gli sono lontani anni luce.

Tutto funziona al meglio in una commedia che mischia generi diversi tra loro senza perdere mai un colpo. Poliziottesco anni 70 con improbabili inseguimenti per i rioni di Napoli, battute al fulmicotone, critica verso chi vede nei neomelodici una sicura collusione con la camorra e persino una storia d’amore ( bella e brava Serena Rossi) sono un mix che descrive alla perfezione un certo tipo di Napoli.

Commedie così sarebbero linfa vitale per un cinema italiano che troppo spesso non sa vedere aldilà dell’impegno sociale scordando che il cinema deve essere anche intrattenimento.

Questo vi assicuro, lo è senza cadere in tutti quei vizi cui la asfittica e ripetitiva commedia italiana ci ha abituato in questi anni.

Se volete tornare a ridere con un prodotto di qualità noi di Nouvelle Vague Magazine vi invitiamo ad andare e se soddisfatti a fare del passaparola. Potrà solo far del bene a voi e al nostro cinema.

Il 17 aprile è dietro l’angolo. Non esitate!

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