Ariel, una ninfa, un’ideale di donna camuffata in mille travestimenti, dal mitologico al moderno. Soggetto filmico, poetico e trasversale è contaminazione di arti, quali teatro e cinema. Una saga che tocca temi sociali, antropologici, ma soprattutto dà ampio respiro al rapporto uomo-donna.

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Francesco Olivieri nasce a Roma, sotto il segno della vergine. Ostinato, preciso e volenteroso, la sia aura classica lo avvicina al cinema. Prima di intraprendere il percorso indipendente, per il suo  Ariel Project Movie, collabora con diversi Enti cinematografici, cercando di carpire più informazioni possibili riguardo l’ambiente lavorativo e, soprattutto, comprendendo dinamiche utili per il suo futuro lungometraggio. Appassionato di poesia e eterno romantico, Francesco Olivieri, durante il corso di questi ultimi anni si è saputo circondare di un team forte e vasto, il quale comprende vari artisti, sia attori che attrici, grafici e illustratori.

Con il suo carisma e rimanendo sempre se stesso, Francesco Olivieri è un’inesauribile fonte di idee piene e dense di fantasia. La sua mente non si ferma mai, sempre attenta a ciò che la circonda e intenta a osservare il variegato mondo e chi lo abita.

Di seguito l’intervista rivolta al futuro regista Francesco Olivieri

Immergermi nel tuo scritto, la presentazione di Ariel Project Movie, è stato quasi perdersi in un mare di ottiche tra il mitologico, il contemporaneo e il futuro. Concordi con questa affermazione o puoi smentire, sapendo che Ariel si svolge tra l’antico, il mondo attuale e futuristiche visioni oniriche, le quali, con certezza possono accompagnare lo spettatore a sentirsi parte di ogni quadro rappresentato?

Ariel è un progetto cinematografico dall’anima fortemente esistenzialista, che si snoda volutamente su diversi piani e campi della libera espressione umana e attraversa molti linguaggi d’immagine. Esso vuole studiare antropologicamente il complesso rapporto fra razza, cultura, storia, tempo, sentimenti e società, sia reale che ideale. Inoltre Ariel è anche il primo esempio di Tetra-Cinema, ovvero la perfetta fusione evolutiva delle due discipline artistiche. La natura trans-Mediale del progetto ha in se stessa la nobile capacità di avvicinare anche tipi di pubblico o mondi diversi sotto lo stesso cielo e muoversi piuttosto agilmente lungo più piattaforme del mercato intellettuale di riferimento dal cinema, al teatro, alla letteratura, alla multimedialità, alla net-economy e cosi via.

 

Tu ami molto scandagliare l’animo umano. Ne trovi sempre un senso piacevole di logiche contraddittorie e soprattutto ami conoscere, in modo approfondito, la mente umana come tuo desiderio interno. Tra antropologia, psicologia e filosofia trovi quel nesso che si possa accomodare anche nella nostra vita, quella di oggi, affinché tutto possa coincidere alla perfezione?

Un artista è come un aristocratico ed austero petroliere della Psiche umana. Per me, lui, ha il dovere massimo di compiere ricerche sull’essere umano in un senso generale e senza dare ad altri suoi simili il beneficio ultimo di avere in mano sempre e comunque delle risposte di natura assoluta, ma stimolando, invece, con le sue domande, la comunità umana che, da sola, sa darsi soluzioni personali, usando la testa e non solo l’istinto. Tra passato, presente e futuro, esistono sempre e da sempre delle invisibili linee d’ombra che legano il tutto, in base alla celebre teoria dei Sei gradi di Separazione, secondo la quale, in un modo o nell’altro, nulla e nessuno a questo mondo è davvero lontano o estraneo agli altri. Perché come sosteneva già Eraclito, nell’antichità tutto scorre e tutto si trasforma intorno a noi, niente e nessuno rimane uguale a se stesso per sempre. In quanto l’eternità è un principio filosofico  transitorio come le emozioni ed il presente. Essi non esistono davvero se non si vivono e si sentono davvero. Il presente è un tempo invisibile che si muta ora dopo ora in passato e in futuro. Mentre, per esempio, un amore non corrisposto o non vissuto può rimanere congelato per molto tempo a differenza di un amore conquistato che, seppure fra alti e bassi, è soggetto, come il tempo, a mutare la propria forma ed indole lungo i vari stadi di una relazione. Infine, per il mondo o per un artista che guarda il mondo, le proprie contraddizioni sono un bagaglio personale ed irrinunciabile per poter resistere e sopravvivere ai continui cambiamenti della propria epoca.

Che cerchi in modo assoluto? Che ti spinge a studiare il rapporto uomo – donna? Che ti smuove per essere giunto fin qui e non mollare la presa, soprattutto riguardo a tutte le persone alle quali tieni, di cui ti circondi, tra collaboratori, attori/attrici e i veri amici?

Allora, mi ritengo un romantico assoluto con tanta speranza e motivazione, ma esse vanno sempre alimentate saggiamente e continuamente, come una fornace e, hanno bisogno del coraggio di tutti per poter sopravvivere alle avversità del tempo e dei suoi accadimenti. Per me non esistono distinzioni o categorie quando si parla di amicizia, famiglia e stima, sia professionale che privata. Io sono legato e mosso a tutti miei cari nello stesso modo. Semmai, a fare la differenza fra l’intensità del legame fra una persona e l’altra, non sarà mai una stupida strategia preordinata a tavolino, ma la comparsa o l’assenza delle affinità elettive fra i diversi membri di un gruppo. Anche se, quando scegli le persone con cui condividere la vita o una visione, il rischio di avere a che fare con dei predatori diminuisce drasticamente rispetto a quando entri a far parte di un gruppo precostituito in precedenza, dato che nel primo caso gli inalienabili criteri di scelta e di selezione li decidi tu stesso in base al tuo carattere per la maggior parte dei casi, mentre in caso contrario essi sono a volte sintomo della legge del caso. Ad ogni modo solo dando amore si può ricevere amore e per esperienza la non curanza e il silenzio sono nemici giurati dell’arte del credere quindi anche se io posso apparire un ingenuo o un sognatore estremo agli occhi molti preferisco non adottarlo mai, se non ne sono costretto. Il bene deve essere il motore del nuovo mondo, tutti gli alti stati d’animo possono essere solo delle sue più o meno valide alternative nel sereno proseguimento dei propri obbiettivi.

Tu credi molto in Ariel. E’ una tua compagna di viaggio. Quasi ti vive accanto. Che ti aspetti da Lei? Che pensi di poter ottenere diffondendo il tuo messaggio? Quali sistemi di comunicazione trovi idonei, oggi, per appunto pubblicizzare il Progetto Ariel?

In senso metaforico e artistico con Ariel io cerco di potare sullo schermo la massima espressione fisica, emozionale e morale del mio ideale di donna. Con il messaggio penso di poter ottenere la vicinanza di intere generazioni di spettatori e pensatori che, interrogandosi l’uno contro l’altro sulle molteplici sfumature e sensazioni della materia amore, potranno trovare risposte o interessanti interrogativi metafisici all’interno dei film, tali da scatenare discussioni e dibattiti tanto artistici quanto intimi. Il mezzo  migliore per pubblicizzare e far crescere in maniera esponenziale il progetto è essere in grado instillare nella mente e nelle braccia di ogni singolo membro la consapevolezza e la volontà della spontanea sinergia e condivisione del proprio talento, cuore, e disponibilità verso il raggiungimento di un comune traguardo. In quanto Ariel quasi per manifesto politico non ha produzione, Ariel è lei stessa  la produzione della sua immaginazione collettiva di storie e di sensazioni. Poi, ovviamente, nella logica ideale di questa totale libertà di movimento, il progetto non disdegnerebbe affatto la collaborazione di diversi sponsor economici e culturali, qualora volessero partecipare al suo lungo viaggio di conquista ed indipendenza dell’Io. Inoltre due delle maggiori idee per promuovere concretamente il progetto sono la creazione della figura da new-economy dello spettatore-produttore, grazie al progetto Cinema Open source, che farebbe entrare di diritto il pubblico stesso nel business dello spettacolo. E poi la possibilità all’interno dei film stessi, come già avviene da molti anni in America di inserire all’interno della pellicola marchi, luoghi e prodotti (quali vestiti, musica, ect), che possano finanziare e contribuire alla struttura drammaturgica della narrazione senza comprometterne in alcun modo l’intrinseco e delicato equilibrio. Infine, se dovessi immaginare un media ideale, come portavoce per il progetto, sarebbe senza ombra di dubbio la radio, e non la televisione, in quanto strumento più democratico e vicino al mondo dei giovani. Come testimonial inconsueta mi piacerebbe moltissimo l’attrice e doppiatrice Valentina Mari, da introdurre come figura esterna al gruppo, già ricca di una certa notorietà e in qualche modo anche legata ad un mio lontano cugino.

Che cosa è per te la Poesia.

E’ quel sentimento primordiale di pazza lucidità emotiva che ci rende eternamente giovani, anche quando diventeremo vecchi e stanchi. La poesia è quel pieno senso di irrequieta completezza selvaggia che guida e domina nel profondo tutte le cose viventi. Per un attore o un regista i propri film sono pura poesia, testamento terreno del suo folle pellegrinaggio di storie e d’amore su questo sperduto pianeta pieno di ladri che si fingono degli onesti sceriffi, solo per poter rubare ancora in santa pace le chiave d’oro di un paradiso senza pace. Per gli artisti, insomma, scrittori, scultori o semplici ospiti in platea, l’arte è la sublime poesia di ottenere una qualche forma di immortalità legittima per dare un calcio in culo alla morte stessa.  La poesia, per l’essere umano, è aprire ogni tanto il proprio vaso di Pandora, facendolo esprimere senza freni, per tutto il  tempo che le occorre. Per sentirsi vivi.

Francesco Olivieri definisce la sua passione per il cinema

L’unico e vero grande amore che ha cambiato per sempre la mia esistenza e la mia visione del mondo. Il cinema dovrebbe essere considerato, a mio parere, come una grande divinità della “Creazione”, composto da tante menti diverse: una comunità di pensatori, artisti e poeti creatori d’Arte con un unico grande cuore.”

Gli auguriamo di fare grandi e importanti passi e che Ariel possa divenire simbolo di un messaggio mediatico e sociale attraverso il quale ognuno di noi possa veramente riscoprire e ritrovare un po’ di sé stesso, non più perso nel mondo, ma all’interno di esso, vivendo con intensità.

Di seguito la presentazione di Ariel Project Movie da parte del regista Francesco Olivieri

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