Ha debuttato, tra lunghi applausi di un un pubblico divertito, ieri sera 11 Dicembre, al Teatro La Contrada di Trieste, il Malato Immaginario.

Caposaldo del teatro dell’assurdo di Molière, il personaggio è portato in scena da Emilio Solfrizzi, con adattamento del testo e regia a cura di Guglielmo Ferro. Lo spettacolo è una produzione proprio de La Contrada con la Compagnia Molière.

Argante, pur nel suo essere sopra le righe, è ognuna e ognuno di noi

Alla perenne ricerca di un malanno da curare o di un sintomo da portare alla luce, Argante, il fantomatico malato immaginario, è ognuno di noi quando ci nascondiamo e ci serviamo di scuse (come appunto la malattia) per evitare i problemi, le sfide o le prove cui ci troviamo di fronte nella nostra esistenza.

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Argante, come emerge da un dialogo serrato, rimproverante e allo stesso tempo rivelatore di Beraldo, il fratello, è deciso a essere malato.

Questa lucida follia da moribondo che viene messa alla prova da coloro con i quali interagisce.

Le figlie Luigina e Angelica: quando quest’ultima si innamora, anche il padre la vorrebbe sposa. Ma i desideri non coincidono. 

La di esse matrigna Bellonia. Moglie per amore vero o per interesse? 

Tonina: domestica alleata o nemica?
Ma gli stessi conviventi vengono messi alla prova dalla perenne malattia di Argante, che sembra nascondere maggiormente paura dell’abbandono e della solitudine.

Da qui si dipana un testo che alterna riflessioni molto serie (e talvolta attuali sull’autodiagnosi e l’auto-medicarsi) e equivoci ed intrighi che divertono lo spettatore fino alle lacrime.

Emilio Solfrizzi, perfetto Argante, in un cast di altissimo livello

I tempi comici fatti anche di silenzi e sola mimica; l’età scenica e la rinomata bravura rendono Solfrizzi, che già ha abituato gli spettatori (che certo ricordano sue precedenti interpretazioni, anche alla Contrada) a interpretazioni intense ed esilaranti al contempo, perfetto nel ruolo di Argante.

A completare il mondo di Argante nei diversi ruoli troviamo Lisa Galantini, Rosario Coppolino, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella e Cecilia D’Amico.

Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui. Perché, come afferma Argante

nessuno di noi è sano, e spesso è la salute ad essere immaginaria

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