È stata una componente dei Rondò Veneziano, ha lavorato nell’orchestra di Ennio Morricone, ha accompagnato con lo strumento che suona, la viola, il tour Fisiognomica di Franco Battiato. Ha realizzato album con Mina, Fiorella Mannoia, Pino Daniele, Andrea Bocelli (tra i molti). Ha preso parte a moltissime trasmissioni televisive, Rai e Mediaset, tra le quali varie edizioni di Buona Domenica, Maurizio Costanzo Show, Ti lascio una canzone.
Si chiama Anna Rollando, il suo primo libro Applaudire con i piedi è una delle novità in uscita ad ottobre 2018 per la casa editrice Graphofeel. Un saggio che rende la musica “colta” alla portata di tutti, con aneddoti e tante curiosità “dietro le quinte” di un’orchestra. Una lettura piacevole che approfondisce il tema della musica classica senza essere accademico, anzi, spronando il lettore ad ascoltarne sempre di più.
Cominciamo dal titolo. Perché Applaudire con i piedi?
Perché questo titolo? Beh, innanzitutto perché mi fa ridere, ma soprattutto perché è vero. Quando in orchestra un collega durante un concerto fa un assolo particolarmente difficile o bello, noi musicisti per manifestare approvazione, poiché abbiamo le mani impegnate a suonare, strusciamo i piedi per terra: il suono non rovina la musica, ma fa capire agli altri il nostro plauso. Allo stesso modo, quando alla fine il pubblico applaude il solista o il direttore, noi battiamo i piedi perché con le mani dobbiamo ancora reggere gli strumenti. Una piccolezza, in realtà, ma che incuriosisce moltissimo i non addetti a cui lo racconto.
Il tuo libro è un excursus a 360 gradi della musica classica. Come ti è venuta l’idea?
L’idea di questo libro mi è venuta parlando con amici non musicisti e allievi. Faccio spesso lezioni divulgative sulla musica classica, e cerco sempre di coinvolgere amici non musicisti per farli venire ai miei e ad altri concerti. Ecco, da qui nasce tutto: dalle loro domande, dal loro stupore, dall’entusiasmo che manifestano quando si accorgono che ‘non è difficile ascoltare la musica classica’! Credo ci sia un errore concettuale di fondo: per fare il professionista ci vogliono ore, giorni, anni di studio. Per poter ascoltare e godere un concerto o un’opera, basta andarci.
Il tuo saggio è costellato di aneddoti e notizie curiose. La musica colta scende dal piedistallo?
C’è stato sicuramente, e un po’ colpevolmente, direi io, un periodo in cui la musica ‘colta’ si è allontanata dalla gente. E, chiudendosi in torri d’avorio, ha fatto credere che si dovesse essere parte di chissà quale enclave segreta per poterne fruire. Per fortuna non è così: ci sono, e ci sono stati, tanti bravissimi musicisti divulgatori -ricordo per esempio Severino Gazzelloni o Luciano Pavarotti- che hanno portato la musica classica ovunque.
Senza voler ovviamente paragonarmi a nessuno, vorrei far passare lo stesso concetto: ritengo che sia importante far capire che questa è una musica che ha ancora tanto da dire, basta accoglierla senza preconcetti. E documentarsi quel poco che basta per collocarla nel giusto periodo storico in cui è stata scritta, ma per sentirla come parte integrante ‘viva’ anche oggi.
Il capitolo dedicato alle compositrici donne parte con Ildegarda di Bingen. Cos’ha portato con la sue composizioni?
Hildegarda von Bingen: un personaggio eccezionale, una figura modernissima, un’artista, intellettuale, scienziata e mistica. Nel libro ho voluto brevemente raccontare la sua vita, insieme a quella di qualche altra donna musicista del passato, per ricordarci che i libri di storia della musica raramente parlano di musica al femminile. In effetti le convenzioni sociali hanno spesso impedito al ‘gentil sesso’ di esprimersi liberamente, ma ci sono state figure ragguardevoli in ogni epoca.
Hildegarda era una monaca benedettina che ha scritto canti gregoriani meravigliosi. Naturalmente tutto il suo lavoro è pervaso di misticismo, dato il contesto in cui si esprimeva, ma vorrei aggiungere due curiosità: poiché inventò anche una sorta di misteriosa lingua universale Hildegarda viene considerata la patrona degli esperantisti, e , dato che diede il suo contributo allo studio del luppolo come ingrediente della birra, il 17 settembre , giorno della sua morte, gli amanti della birra appunto festeggiano il St.Hildegarda Day . Era un personaggio notevole, direi…
Secondo te bisogna imparare ad ascoltare la musica?
Domanda secondo me importantissima: sì, si può imparare ad ascoltare la musica classica, così come si impara a guardare un dipinto o una scultura. Se non si è esperti si può imparare in molti modi: studiando le basi della teoria musicale, per poter analizzare quello che accade : ma è faticoso, e lungo, e forse sterile se resta solo teorico, ma sarebbe un ragionamento lungo da fare adesso… oppure, tra le varie opzioni, ci sono magari bellissime lezioni come ‘guide all’ascolto’ che illustrano spesso, prima di un concerto, cosa si va ad ascoltare.
Ma, se si vuole fare da soli, con calma e rispettando i propri tempi, penso si possa semplicemente documentarsi un po’ e cominciare ad ascoltare qualcosa che già conosciamo. E, quando i brani sono più familiari, andare ai concerti: come in tutti i tipi di musica, se conosci già quello che ascolti ti diverti di più…nel libro lo spiego, e dico anche che per fortuna i mezzi di comunicazione di oggi, soprattutto la Rete, ci possono dare un bell’aiuto.
Siamo già circondati di musica classica, e tutta la musica che ascoltiamo proviene proprio da lì. Sappiamo già molto di più di quello che crediamo, ed io , con il mio libro, vorrei dare un piccolo incoraggiamento per esplorare, con curiosità e senza pretese, un mondo straordinario e pieno di sorprese.