Antonio Rezza & Sunshine4Palestine: basta un gesto per dissipare il buio

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Il 28febbraio scorso il Teatro Centrale Preneste ha registrato il sold out grazie all’indiscussa arte dell’intrattenimento di Antonio Rezza, fresco del grande successo di repliche dell’Antologia Rezza che ha ripercorso un decennio molto importante della sua carriera e della collaborazione con Flavia Mastrella.

Per chi conosce almeno un po’ Antonio Rezza, sa benissimo che andando a vedere un suo spettacolo ci si può aspettare di tutto. Il gioco con il paradosso è assicurato, così come è assicurato l’incontro-scontro con spaccati di umanità drammaticamente veri. L’assurdo che caratterizza i suoi lavori (e che spesso ha il compito di dar voce ai tanti volti dell’umanità), ci viene riproposto in questa ‘Asta al buio’ in cui l’artista, indiscusso padrone della scena, batte una vera e propria asta senza però mostrare gli oggetti, la cui natura verrà rivelata solo nel momento in cui l’acquirente avrà pagato e ritirerà il premio. Il dono della fantasia di Rezza colpisce ancora: un pubblico entusiasta, dopo un iniziale imbarazzo, partecipa vivacemente e non vede l’ora di accaparrarsi i premi che vanno dal ‘Nulla’, incartato con cura in una bustina trasparente a un frullatore. Cinque euro incorniciati che il pubblico si aggiudica per una cifra di circa trenta euro per arrivare all’aria di uno spettatore racchiusa in un bicchiere.

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Si fa sul serio: ogni pezzo battuto all’asta è accompagnato da una expertise scritta e firmata dall’attore. Ogni certificato è un vero e proprio pamphlet: l’ironia graffiante (con tanto di firma dell’autore-attore), finisce per essere il vero premio.

La potenza della mimica facciale di Rezza e le sue inconfondibili vocine rendono unico lo spettacolo, come unico è lo scopo della serata: la raccolta fondi che verranno devoluti all’associazione no-profit Sunshine4Palestine per la costruzione di un impianto fotovoltaico sul tetto dell’ospedale Jenin, a Gaza.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare i responsabili del progetto Sunshine4Palestine e siamo felici di poter condividere con tutti voi cosa rappresenta questa iniziativa.

 

Sunshine4Palestine. Convertire il Sole in vita umana. Come?

La fruizione di cure ospedaliere di alta qualità e per 24 ore, 7 giorni su 7, è per la popolazione di Gaza fortemente condizionata dalle difficoltà di accesso alle risorse energetiche da parte degli Ospedali. Gli Ospedali devono spesso ridurre il numero di pazienti e le terapie che dovrebbero fornire e sono spesso costretti a maggiorare i costi sia dei trattamenti, sia delle medicine a causa dell’aleatorietà  delle forniture elettriche. Ciò, sommato alla generale riduzione della qualità della sanità, oltre a peggiorare la qualità della vita, genera una migrazione di pazienti verso gli ospedali Egiziani ed Israeliani, non colpiti dalla mancanza di risorse energetiche.

L’Ospedale Caritatevole di Jenin, situato nel distretto di Al-Shijaia, quartiere tra i più poveri della zona, è un esempio di eccellenza sanitaria.  L’Ospedale offre prestazioni mediche di alta qualità ad una popolazione di più di 200.000 persone. Nell’Ospedale di Jenin sono attivi molti reparti che offrono trattamenti medici al prezzo più basso di tutta la regione.

Sunshine4Palestine si propone di progettare, fornire e installare, con un budget molto contenuto, un impianto fotovoltaico, che produca energia elettrica e la accumuli, tramite pacchi batterie.

Grazie alle numerose donazioni ricevute e a un finanziamento dalla fondazione VIK Utopia Onlus abbiamo già provveduto alla sistemazione del tetto per renderlo idoneo all’installazione dell’impianto fotovoltaico e abbiamo installato i primi 50 pannelli che forniranno 8 ore di autonomia al giorno all’Ospedale di Jenin. In un luogo dove la mancanza di energia significa morte convertire luce solare in corrente elettrica significa portare vita.

L’emergenze di un sistema sanitario è importante in questa terra tanto bella quanto martoriata dalla guerra. Quali sono i punti di forza di questo progetto?

I pannelli dell’impianto fotovoltaico renderanno possibile il superamento dei problemi causati dalle interruzioni delle forniture di corrente elettrica. Il surplus di energia potrà, inoltre, essere reindirizzato alla rete elettrica, contribuendo all’autosufficienza in campo energetico dell’intera comunità della Striscia di Gaza.

Il fabbisogno energetico annuo dell’ospedale ammonta a 40 MWh. Una volta ultimato l’impianto potrà fornire 80 MWh annui, in grado di sopperire a tutte le necessità dell’ospedale e a garantirne la possibilità di espansione e di sviluppo futuro. Con un unico intervento si potranno ugualmente risolvere vari tipi di problemi correlati all’assistenza sanitaria delle zone limitrofe all’Ospedale: prevediamo che l’installazione dell’impianto possa servire al doppio scopo di incrementare sensibilmente il numero di trattamenti medici e di ridurre il numero di pazienti costretti a muoversi al di fuori della Striscia di Gaza.

I costi di gestione sono minimi e l’impianto è pensato e dimensionato per fornire energia elettrica, praticamente gratuita, per un periodo di circa 30 anni. Può, inoltre, essere fonte di un piccolo guadagno da parte dell’ospedale in caso di riversamento dell’eccesso di energia nella rete cittadina.

La vostra è un’associazione no- profit. Potete raccontarci chi siete e come avete scelto di condividere questo percorso comune?

Sunshine4Palestine è una NGO registrata in Inghilterra Galles e in Palestina. La nostra storia è iniziata nel 2011 quado Barbara Capone fondò un gruppo su Facebook di sensibilizzazione alla situazione a Gaza in cui molti volontari traducevano notizie sulla condizione della popolazione da e in varie lingue per aumentarne la diffusione. In questo contesto Barbara conobbe l’ingegner Haitham Ghanem cittadino di Gaza dal quale comprese immediatamente la situazione di grave carenza energetica ed insieme idearono l’obbiettivo di rendere l’ospedale di Jenin energeticamente indipendente. Da quel momento la squadra inizio ad ingrandirsi con il contributo di Ivan Coluzza, Clive Bower, Marina Manca, Paolo Federico, Valentina Lupi e Giuseppe del Vecchio che portarono le loro capacità esperienza e passione nel progetto. Tutto questo senza dimenticare il gran numero di persone che ci hanno supportato in molti modi diversi. Artisti come Radiodervish, Valentina Lupi stessa, i Luf e Antonio Rezza hanno messo la loro arte a disposizione della causa di Sunshine4Palestine. Infine saremo sempre grati all’associazione VIK Utopia Onlus che con il suo finanziamento ha reso possibile la costruzione del primo modulo dell’impianto.

Per quale motivo è importante sostenere il vostro progetto? Potete usare questo spazio per arrivare al cuore di tutti coloro ci leggeranno.

L’inaffidabilità delle fonti energetiche crea malcontento nella popolazione di Gaza e crea frizioni politiche che non facilitano la stabilizzazione dei rapporti con i Paesi confinanti.L’impianto fotovoltaico garantisce alla popolazione, presente e futura, di Gaza una soluzione non inquinante per il suo fabbisogno energetico.

Ci sono molte ragioni per le quali i Palestinesi dovrebbero rendere le celle fotovoltaiche e l’energia solare parte della loro vita quotidiana. Tra i più grandi incentivi, vi è il fatto che l’utilizzo di energie sostenibili e rinnovabili sul medio/lungo termine contribuirà alla salvaguardia dell’ambiente. Nel venir coinvolti nel nostro progetto, i cittadini di Gaza potranno anche trarre benefici nel rafforzamento del rapporto tra la comunità locale e l’ospedale di Jenin. L’ospedale potrà così apportare alla città un servizio sanitario, rifornirla di energia, e simbolicamente aprire il cammino verso un modo di vivere nuovo, pulito ed ecologicamente sostenibile.

Come risultato di un’azione rapida e della nostra raccolta di fondi per il progetto, ci aspettiamo benefici sul lungo termine, che emergeranno da una società che potrà fiorire in un ambiente sano. L’incremento della qualità di vita che deriverà dal pubblico accesso ad una sanità funzionante e a fonti di energia non limitate nel tempo, permetterà ai padri di andare al lavoro, alle madri di dar vita a bimbi sani ed ai bambini di andare a scuola. Nel complesso questo progetto rappresenta la chiave per un futuro migliore per la società di Gaza.

Abbiamo già costruito un terzo dell’impianto che fornirà 8 ore di elettricità aggiuntive all’ospedale. Ma non e’ sufficiente. Con il vostro contributo possiamo dissipare il buio.

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