Colori e molteplicità. Già dal manifesto, un po’ picassiano, della trentasettesima edizione del Festival del Cinema Ibero- Latino Americano di Trieste si comprende la ricchezza di sfumature che la manifestazione vuole trasmettere al pubblico.
Il Festival, che si svolgerà dal 12 al 20 Novembre al Teatro Miela, con apertura al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, con un documentario su Evo Morales, è stato presentato alla stampa presso la Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich dal direttore, Rodrigo Diaz.
Un manifesto, quello ad opera di Hector ‘mono’ Carrasco, uno dei più importanti muralisti cileni, che
vuole essere un omaggio a tutti i popoli latinoamericani, da quelli più antichi, con richiami alle grandi civiltà precolombiane fino alle attuali etnie native, presenti in ogni paese.
Molteplicità di volti, di punti di vista. Una ricchezza di sfumature anche nella lingua, lo spagnolo, che cambia a seconda del paese di provenienza dei film. Pellicole che quest’anno sono 102, da 16 diverse nazioni.
Di paesi e novità
Continuano le collaborazioni con il Messico e il Castello di Chapultepec, ma anche con il Museo della Comunità Ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner”, che nella prima domenica di svolgimento del Festival accoglie la maratona Shalom, il sentiero ebraico in America Latina.
E, a proposito di paesi, accanto a Salon Espana, alla seconda edizione; novità di questa è invece lo Spazio Colombia, vetrina per 11 film dal paese sudamericano.
Omaggi
A lato delle diverse sezioni della rassegna e dei relativi premi per cui concorreranno, preme sottolineare la presenza, come Presidentessa di giuria del Concorso Ufficiale di Diana Bracho.
Tra le artiste messicane più amate, vincitrice di due Ariel, i più importanti premi cinematografici messicani, e recentemente dell’Ariel de Oro per la sua carriera.
In suo onore, tra i quattro eventi speciali, la proiezione de El castillo de la pureza, suo film d’esordio candidato, quando uscì nel 1976, al Premio Oscar per il miglior film straniero.
Da rilevare inoltre gli omaggi, che il Festival ogni anno tributa a personalità del cinema e alle cineaste o ai cineasti ibero – latino americane o latinoamericani.
Il primo è quello che riguarda Manuel Antin all’interno della sezione Cinema e Letteratura: a Trieste, Antin riceverà il Premio alla Carriera del Festival.
Tra i padri del cinema argentino contemporaneo, a lui si deve la presenza sul grande schermo di opere di Julio Cortazar appunto ma anche di Augusto Roa Bastos, Ricardo Guiraldes e Beatriz Guido.
All’interno del già citato Spazio Colombia, omaggio a Ciro Guerra, uno dei più giovani registi più interessanti e innovativi della Colombia e dell’America Latina.
Tutte le informazioni sul Festival, le pellicole in proiezione e le modalità di partecipazione al sito www.cinelatinotrieste.org