Un tuffo nella Sicilia del 1862, a un passo dall’unificazione d’Italia: nelle sale da ballo i nobili ancora piroettano come se nulla potesse scalfire il loro status, nelle cucine ribollono non solo i pentoloni, ma anche passioni e segreti… E’ l’atmosfera della commedia “Amori e sapori nelle cucine del Principe” di Roberto Cavosi, per la regia di Nadia Baldi, con Tosca D’Aquino, Giampiero Ingrassia e con Giancarlo Ratti, Tommaso D’Alia, Rossella Pugliese, Francesco Godina, la nuova coproduzione del Teatro La Contrada e dell’Ente Autonomo Regionale Teatro Di Messina in scena dal 26 al 29 gennaio alle ore 20.30 (la domenica alle 16.30) al Teatro Orazio Bobbio di Trieste.
Mentre sull’Italia soffiano i venti del nuovo Regno che si prepara ad unificare la penisola, nei palazzi nobiliari l’aristocrazia decadente si prepara a fare i conti con il nuovo corso della storia. Nobili impettiti e nobildonne riccamente agghindate partecipano a balli e banchetti – come quello del fidanzamento del nipote del principe – come se nulla di quanto accade intorno potrà mai mettere a rischio le loro vecchie abitudini. Ma cosa succede nelle cucine del palazzo mentre nei lussuosi saloni soprastanti si consuma l’ennesimo opulento banchetto? È presto detto: volano le portate, si azzuffano i cuochi, si tirano padelle ma soprattutto si svelano amori impensabili, crudeli e meravigliosi conditi da tutti quei santi e profani profumi tipici della cucina siciliana.
La cuoca Teresa, interpretata da Tosca D’Aquino, in gioventù è stata la prostituta prediletta nientemeno che del principe. Il loro fu un amore tanto intenso quanto impossibile che incendiò un’intera estate. Ma è da allora, da vent’anni, che non si vedono e lei lo aspetta, sperando che la degni almeno di un saluto, mentre la sua anima custodisce un inconfessabile segreto. Un segreto che Monsù Gaston, ovvero Giampiero Ingrassia, il cuoco mandato in aiuto dal principe stesso, non tarderà a scoprire.
“Amori e sapori nelle cucine del principe” si dipana tra succulenti litigi, ricatti, ironia, sarcasmo e umorismo attraverso lo scontro di Teresa e Monsù Gaston. Uno invidioso dell’altra, non si accontentano di gareggiare nel preparare i piatti migliori, ma vogliono avere anche l’esclusiva delle attenzioni del principe. Un testo nel quale pietanze e sentimenti si mischiano ad arte in quel caleidoscopico mondo fatto di languore ed erotismo, di passione e causticità tipico del “profondo” sud. Il tutto condotto sulla scena dalla regia visionaria di Nadia Baldi, regista per il teatro (tra i suoi ultimi spettacoli “Settimo senso”, ispirato alla figura di Moana Pozzi, “Ferdinando” di Annibale Ruccello e “Casanova” con Roberto Herlitzka) e di cinema (è co-regista insieme a Ruggero Cappuccio del film “Il sorriso di San Giovanni” e di molte docu-fiction per la Rai, oltre ad aver firmato il lungometraggio “Veleni” con Lello Arena, Tosca D’Aquino e Vincenzo Amato). A firmare i costumi è Carlo Poggioli che, oltre alla lunga esperienza con i più importanti teatri d’Opera, è anche costumista per il cinema nei film di Paolo Sorrentino, Michele Placido, Terry Gilliam, le scene di Luigi Ferrigno, le musiche di Ivo Parlati.