Lasciatevi deliziare dal 12 fino al 17 dicembre dalla brillante commedia “Alla faccia vostra”, al teatro Bobbio di Trieste.
“Alla faccia vostra” è un piccolo capolavoro, una commedia scritta e diretta superbamente ed interpretata in modo altrettanto brillante.
La morte di una persona cara è sempre devastante. Se poi si aggiunge il fatto che il defunto, Stefano Crespi, era un talentuoso scrittore, ricco sfondato, stroncato da un’infarto a settant’anni, è davvero tragica.
Naturalmente, tutti coloro che lo amavano non possono che accorrere a casa di Crespi, desiderosi di dimostrare il loro dispiacere.
Forse però manifestare il dolore non è l’unica cosa che interessa loro. Infatti la scomparsa del de cuius potrebbe portare enormi vantaggi a tutti quanti. A partire dal vicino di casa, il medico Michele, fino a Viviana, la seconda moglie del defunto, di quasi trentanni più giovane, senza tralasciare la figlia dello scrittore, Lucia, e suo marito, Lucio Sesto.
Ben presto un delicato momento che dovrebbe essere dedicato al lutto diventa una caccia all’eredità.
In un fenomenale e divertentissimo intreccio, la morale trova poco spazio e l’opinione che il fine giustifica i mezzi prende piede.
“Alla faccia vostra” è scritta con magistrale creatività dall’autore teatrale francese Pierre Chesnot ed altrettanto abilmente diretta da Patrick Rossi Gastaldi.
La storia è talmente brillante, originale ed assolutamente priva di cliché da contenere una scintilla di genio creativo.
E per di più è portata in scena da un magnifico cast d’eccezione costituito da Gianfranco Jannuzzo, Debora Caprioglio, Antonella Piccolo, Antonio Rampino, Gianni Federico, Paola Lavini e Antonio Fulfaro.
Dal primo all’ultimo, gli attori si tuffano con passione e vitalità nell’interpretazione di personaggi unici, vivaci e molto ben definiti. È magnifico assistere ad una recitazione di così alta qualità.
Durante tutto lo spettacolo si nota come ogni cosa, in questa commedia, sia fatta con estrema cura. Le battute comiche mai scontate, i colpi di scena gestiti con grande fantasia ed il dinamico lavoro di regia rendono impossibile annoiarsi. In mezzo a tutta questa ironia tragicomica, però, c’è anche spazio per una momento molto profondo.
Si termina, infatti, con una poetica considerazione sulla natura dell’uomo e sulla sua corruzione, lasciando molto su cui riflettere.