Alien Covenant, solo fumo nell’ultimo film di Ridley Scott

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Alien Covenant dall’11 maggio arriva finalmente in tutti i cinema. Diretto da Ridley Scott e distribuito da 20th Century Fox, il film prosegue la storia cominciata con Prometheus e vedrà nuovamente un equipaggio umano alle prese con un pianeta sconosciuto e mortale.

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Ridley Scott torna al cinema con il secondo prequel dedicato alla saga di Alien e lo fa con un’avventura in grado di ricollegarsi alle vicende del suo predecessore e di aprire le porte ad un altro seguito.

Alien Covenant presenta gli stessi punti forti che hanno caratterizzato l’ultima opera del regista.

Bellissime panoramiche si susseguono di fronte agli occhi degli spettatori con paesaggi di laghi e montagne da sogno che si alternano con infernali scenari apocalittici.
Un’ottima fotografia, come ci si aspetta da una produzione di questo tipo, accompagna la presentazione delle ambientazioni rendendo questi luoghi fantascientifici vivi e credibili.

Anche l’alien, o xenomorpho per i fan duri e puri, di Scott riesce ad essere avvantaggiato da un ottimo reparto artistico.
Il mostro, grazie ad un design elegante e raffinato, riesce a risultare minaccioso a prescindere dal suo atteggiamento regalando l’impressione di trovarsi di fronte ai movimenti lenti e precisi di una tigre pronta ad aggredire la sua preda.

Purtroppo Alien Covenant non eredita solo i punti di forza del suo predecessore ma anche i difetti di trama e la superficialità dei protagonisti.

I personaggi, a parte quelli interpretati da Fassbender, risultano poco caratterizzati ed inclini ad agire ben al di fuori delle aspettative.
Se in teoria l’equipaggio dovrebbe essere composto di esploratori spaziali ben addestrati ad affrontare situazioni inaspettate e in grado di salvaguardare la vita degli oltre 2000 coloni che gli sono stati affidati, in pratica ci si trova di fronte a persone pronte a lasciarsi andare ad attacchi di panico e a comportamenti al limite della stupidità umana.

Scott, inoltre, inserisce questi personaggi in una storia sciapa e priva anche di quel pizzico di originalità con cui era nato Prometheus.

Se sotto alcuni versi, infatti, a quel film veniva criticata l’introduzione di troppi elementi privi di una spiegazione adeguata, in questo caso il problema è totalmente l’opposto.
Nel presentare le poche novità di Alien Covenant, neanche così eclatanti, il regista non lascia spazio all’immaginazione dello spettatore ma preferisce raccontare e mostrare tutti gli eventi ambigui che, se al contrario fossero rimasti irrisolti, avrebbero aiutato a creare l’atmosfera giusta per l’horror che questo film prometteva di essere.

Alien Covenant segna quindi un passaggio sempre più netto della saga da un genere appartenente al filone dell’orrore sci-fi a quello action nello spazio deludendo le aspettative di chi voleva ritrovare, finalmente, quella sensazione di paura dell’ignoto che aveva caratterizzato il primo Alien.

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