In quest’anno di celebrazioni del Settecentesimo anniversario della morte di Dante si è detto, raccontato e visto, un po’ di tutto.
Ma una coppia, perfetta ma che sembrerebbe agli antipodi come quella di “A riveder le stelle”, andata in scena ieri sera per una data unica al Teatro Rossetti di Trieste, non si era mai vista: il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo e il rocker Piero Pelù.
Al netto dello spettacolo in sé, di cui si ragionerà più avanti, sarebbe stato interessante vedere una maggiore partecipazione di studentesse e studenti, ragazze e ragazzi.
Perchè? Perchè uno spettacolo così fa amare Dante e la sua Divina Commedia anche a chi potrebbe averlo mal sopportato negli anni di scuola e può essere un’ottima fonte di avvicinamento all’autore.
Inoltre perchè si tratta di una miracolosa commistione tra divulgazione e arte, musicale e non solo. Per tutte le età.
Una Divina Commedia di cui a ogni rilettura emerge l’attualità: in primis un primo racconto dell’Italia.
Dei luoghi che, come ricorda Cazzullo, Dante non aveva mai visto, ma che sapeva raccontare come nessuno aveva fatto prima e a cui molti si sono ispirati nei secoli seguenti.
Ispirazione che troviamo nelle espressioni linguistiche arrivate e molto usate anche nella contemporaneità. Oltre a essere la prima opera in italiano come lo conosciamo.
Ispirazione che vale anche in chi, come Petrarca, ammetteva di non aver mai letto niente di suo.
Abbiamo inoltre, tra le pagine, due protagoniste di quelli che oggi chiamiamo femminicidi: Pia De Tolomei e Francesca da Rimini. (Paolo e Francesca).
Due donne uccise dalla mano di mariti gelosi: questo ha permesso una breve, intensa e interessante riflessione sulla violenza sulle donne e ancora di più sull’educazione maschile al rispetto.
“Guai a voi anime prave”
Al lato divulgativo e di narrazione dell’attualità (di quella che è solo una piccola parte degli spunti che possono emergere) si affianca, come un rovescio della stessa medaglia, l’interpretazione del “Diablo” Piero Pelù.
Che stavolta porta sul palco tutta la sua capacità di dare voce a Dante e ai personaggi che incontra sulla sua strada con una lettura rock e incisiva allo stesso tempo.
Non sfigurando rispetto ai precedenti attoriali e teatrali di rilettura dantesca: tra gli altri Carmelo Bene, Vittorio Gassman e ultimo in linea temporale, Roberto Benigni.
Con un’ interpretazione di Caronte e di quel suo “Guai a voi, anime prave” che gli spettatori, si può scommettere, ricorderanno a lungo.
A riveder le stelle ci ricorda non solo Dante e la sua attualità, la bellezza e ricchezza culturale e artistica dell’Italia, a partire dai suoi protagonisti e dalle sue protagoniste.
E la grande opportunità e responsabilità dell’essere italiani.
A questo si affianca l’opportunità di tornare a rivedere le stelle, anche e soprattutto a teatro. Opportunità da non dare mai per scontata.