Con un festival che si debba svolgere online, di qualunque tipo esso sia, è inevitabile vengano a mancare le occasioni di incontro vis a vis che spesso e volentieri possono dare l’opportunità di intavolare eventuali collaborazioni tra professionalità o tra realtà festivaliere diverse.
A volte le modalità online di incontro creano però momenti di dialogo aperti a un numero maggiore di addetti ai lavoro o semplici spettatori ed appassionati cinefili.
A corta distanza
Momenti che lasciano sedimentare varie riflessioni e sentimenti sul cinema, in generale e sul fare cortometraggio (in Italia e non solo) e che sono emersi durante l’incontro A corta distanza svoltosi durante la recente edizione di Shorts.
Un evento in collaborazione con SediciCorto, partner festival, che ha visto la partecipazione di molti dei registi in concorso ma anche molti rappresentanti di case di produzione e distribuzione cinematografica.
Il Corto è la fucina di nuovi talenti
Un’affermazione, quella espressa da un produttore che si divide tra mercato italiano e francese (dove si realizzano molti più corti che nel nostro paese), che sembra possa valere anche per le nostre nuove leve.
Leve che, da quanto si è potuto vedere durante le serate di programmazione di ShorTs, sembrano portare avanti uno sguardo nuovo intenso, brillante e tecnicamente ineccepibile.
Ciò fa ben sperare per la cinematografia del futuro nell’ambito dei cortometraggi.
Sempre parlando di futuro, le prospettive su ciò che si vedrà nelle sale nelle prossime stagioni, oltre all’ovvia incognita data da quello che sarà il materiale prodotto in questi mesi, si spera che con le prossime stagioni ci sia una nuova primavera del documentario breve e del cinema d’animazione.
Fare cinema
Fare cinema o meglio, fare cinema “corto” in tempi di crisi.
Vedere il tuo film prendere e spiccare il volo in tempi di crisi, soprattutto in caso di un’ opera prima, deve essere un’emozione difficilmente definibile.
Comporta la fiducia in chi ti supporta, si prende cura e a cuore il tuo lavoro.
Non è facile vedere il proprio lavoro in bilico quando sei riuscito a portare avanti una tua fatica fino a renderla tale da poter essere selezionata e concorrere in un Festival internazionale.
Festival online che ti darebbe l’ opportunità di mostrare la tua opera a tutto il mondo.
Se da un lato l’istinto vorrebbe dare la possibilità di fruirne a tutti, la realtà di gestione delle pellicole si scontra con una questione: il geoblocking.
La questione geoblocking
Geoblocking o geolocalizzazione come la si voglia chiamare, ovvero la visione dei film in alcuni casi limitata a determinate nazioni, pone una riflessione, positiva anche se con una percentuale di preoccupazione, sul futuro.
La geolocalizzazione dipende sì dai singoli film, ma soprattutto dalla possibilità di preservare il diritto all’esclusività nella distribuzione della pellicola.
Al momento quindi la soluzione sembra quella di valutare volta per volta se permetterne la visione non solo nel paese di produzione e/o di distribuzione e aprirla worldwide.
Anche se, numeri alla mano, le modalità di fruizione online dei festival (una situazione ovviamente inedita per chi si occupa di cortometraggi) che magari si affiancheranno e conviveranno con la fruizione in loco nel futuro, sembrano funzionare e coabitare molto felicemente.