Il Teatro Nuovo di Milano ospita la nuova produzione della Compagnia d’Alba, reduce dal successo del tour di Tutti Insieme appassionatamente:si tratta del musical A Christmas Carol, adattamento del celebre romanzo di Charles Dickens, con le musiche originali di Alan Menken, eseguite per la prima volta in Italia.
Musicalmente, lo spettacolo in effetti evoca un florilegio di citazioni tratte da alcune celebri colonne sonore firmate dal noto compositore statunitense per la Disney (da La Sirenetta a La Bella e la Bestia), con qualche omaggio sparso alla tradizione del teatro musicale italiano (le campane che suonano come in Aggiungi un posto a tavola).
La versione italiana, curata da Gianfranco Vergoni, a un primo ascolto, può risultare il trionfo del politically corretct, ma in realtà è proprio questo che serve per rendere il testo originale coinvolgente ed emozionante agli occhi del pubblico.
A livello di impatto visivo, la Compagnia dell’Alba, prosegue il suo coerente percorso di crescita, partito dal basso, dimostrando ancora una volta che si possono realizzare allestimenti di qualità, senza necessariamente disporre di risorse economiche ingenti: la scenografia di Gabriele Moreschi punta sul riempimento funzionale degli spazi, ogni cosa è al suo posto e di quello che non c’è non se ne percepisce la mancanza.
Il regista e coreografo Fabrizio Angelini ha portato a compimento un’altra delicata e stimolante sfida. La forza dello spettacolo risiede proprio nei cosiddetti company number, caratterizzati da coreografie in stile Broadway, perfettamente inserite in un contesto vittoriano. Notevole, in questo senso il segmento di cui è protagonista il Fantasma del Natale Presente (un disinvolto Gabriele de Guglielmo in un’interpretazione caratterizzata da spensieratezza e sano divertimento), durante il quale l’ensemble femminile, raffigurante tante soldatine-giocattolo, è protagonista di un numero di tap ammiccante e tecnicamente molto raffinato: da sottolineare l’apprezzamento “da stadio” rivolto dal pubblico a Fabrizio Angelini, che si esibito in un invidiabile assolo di pirouttes, durante la trionfale scena del ballo natalizio nell’emporio di Mr. Fezziwig.
Roberto Ciufoli ha saputo dare nuova linfa al ruolo di Ebenenezer Scrooge, caratterizzandolo in modo inedito nella sua cinica visione del mondo, ma soprattutto nell’espressione delle umane debolezze. L’attore, che conferma un’adeguata predisposizione al canto, sul palco si diverte insieme a tutti gli altri membri della compagnia, dimostrandosi molto disinvolto nella caratterizzazione burbera dell’avido banchiere, ma meno efficace rispetto al percorso di redenzione del suo personaggio. In sostanza, quando si dispera perché si rende conto di poter cambiare, risulta meno credibile di quanto lo sarebbe se il suo personaggio non subisse alcuna evoluzione.
Prova d’attore commovente fino alle lacrime, quella di Roberto Colombo nei panni di Bob Cratchit, un ruolo che sicuramente potrà regalargli grandi soddisfazioni.
Nevicata finale sul palcoscenico e ancora grande commozione, ascoltando il giovanissimo interprete di Tiny Tim pronunciare il proverbiale augurio di speranza: “Dio ci benedica, tutti quanti”.
Al momento dei ringraziamenti finali, il regista Fabrizio Angelini ha definito la piazza di Milano un “test”: senza tema di smentita, la prova può ritenersi decisamente superata.
E dei bozzetti, costumi, trucco e parte dell’attrezzeria di Francesca Maria d’Antonio non si dice nulla?