“Un lettore incantato di due o tre anni sarà un lettore per la vita” – Francesca Archinto e la Babalibri

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L’arte del libro per l’infanzia

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Sapiente combinazione tra forma, colore e segno, il libro è considerabile una vera e propria forma d’arte.

Nella nostra pagina dedicata all’arte e ai bambini, non potevamo non curiosare con ammirazione e delicata attenzione a quello che è il mondo del libro dedicato all’infanzia.

Gli albi illustrati sono libri che raccontano ai bambini storie talvolta semplici, altre volte più complesse, con una combinazione attenta di poche parole e molte figure.

Le parole non vengono usate nello stile di un libro classico ma, vivono di un impatto grafico particolare.

Le illustrazioni sono in questi libri le parole delle parole.

I picturebook offrono, per la loro natura, la possibilità di relazioni nuove fra autore e lettore, adulti e bambini, che leggono insieme, perdendosi in un mondo tutto da scoprire di parole e figure.

Negli albi illustrati si combinano fra di loro letteratura e arte,  segno e pensiero,  crescita e  ricerca di senso fra l’oggetto e un nome ( Antonio Faeti ).

Ciò che rende speciali queste opere, è la capacità di raccontare la differenza, il desiderio, il conflitto, la morte e l’amore attraverso una ricerca attenta, iniziata ad opera di artisti, intellettuali, educatori, maestri che hanno compreso quanto sia indispensabile, per cercare di raccontare il mondo ai bambini, conoscerlo, nominarlo, discuterlo ed interpretarlo.

Ancora oggi però assistiamo ad un fenomeno di marginalità che caratterizza la letteratura dell’infanzia forse condizionato dal preconcetto di una ancora non compresa complessità del processo che coinvolge questo tipo d’arte.

Studiare il mondo del libro per i bambini potrebbe essere utile e necessario per comprendere loro anche molto di noi stessi e del nostro mondo.

In questo scenario ancora tutto da esplorare si distingue il lavoro svolto dalla Babalibri, casa editrice che pubblica albi illustrati per la fascia pre scolare e la primissima infanzia.

Nata nel 1999 a Milano, porta in tutta Italia l’anima più pura e completa dell’editoria dedicata ai bambini zero a otto anni.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la dott.ssa Francesca Archinto, titolare di Babalibri e figlia d’arte.

Francesca Archinto ha ereditato la passione per la letteratura dedicata all’infanzia dalla mamma Rosellina Archinto, che già nel 1963 fondò la  casa editrice Emme Edizioni, nota  per la qualità e l’accuratezza dei titoli presentati.

Dott.ssa Francesca, complimenti per il progetto di Babalibri che mi affascina sia come mamma che come insegnante. I titoli che proponete e pubblicate sono deliziosi.  Come è iniziata la vostra avventura?

Il progetto è nato da un’idea di una casa editrice francese, L’école des Loisirs che, con l’Europa Unita, ha iniziato a pensare alla possibilità di aprire  piccole case editrici in altri paesi.

Dopo essere passata per la Germania e la Spagna, nel 1999 è giunta in Italia  contattando Rosellina Archinto che, nel 1966 aveva già avuto  con loro dei contatti. Insieme hanno fondato la Babalibri, che è, societariamente parlando,  una casa editrice  italo – francese,  con l’idea di rispondere in parte all’offerta degli autori francesi, e in parte di creare  un marchio forte per le proposte editoriali per la fascia pre scolare.

Noi pubblichiamo infatti solo ed esclusivamente albi illustrati dedicati ai bambini fino ai sette – otto anni.

È  un progetto che attualmente è rimasto in rete con gli altri paesi di cui mi ha parlato prima?

In questo momento è un progetto che è in rete. La nostra struttura è molto piccola e abbiamo deciso per questo di non fare creazioni di libri ma di dedicarci ad una ricerca di titoli esteri da portare in Italia.

Quali parametri usate per la vostra ricerca?

Prima di tutto la fonte maggiore è la fiera del libro di Bologna dove abbiamo tutti gli editori a disposizione.

Poi seguiamo le segnalazioni di amici librai e dei nostri agenti letterari che vedono pubblicati in Europa, libri che definiamo “ Babalibri”, adatti quindi alla nostra idea di albo illustrato.

La sua passione verso i libri dedicati all’infanzia e all’età prescolare come nasce?

La mia passione nasce perché, prima di iniziare a lavorare con Babalibri nel 2001, ho lavorato per 15 anni fondando una cooperativa di servizi per l’infanzia.

Parliamo di una struttura  che funzionava da ludoteca, asilo nido e  dove si svolgevano diversi laboratori didattici. Tutto il mio percorso di formazione professionale è rivolto a questa fascia d’età.

Nel periodo in cui è nata Babalibri, in Italia sono nate molte altre  piccole case editrici specializzate in albi illustrati che hanno sicuramente contribuito ad alzare la qualità delle proposte.

Attualmente in Italia non abbiamo tanto da lamentarci per l’offerta rivolta a questa fascia d’età. Direi anzi che è quasi più carente l’offerta per la fascia della scuola primaria e della scuola media inferiore.

Fra il 2000  e il 2005 sono nate tantissime piccole case editrici. Una cosa davvero interessante riguardo a questi albi illustrati è che vengono curati da piccoli editori che credono fortemente in questo  progetto e che hanno il coraggio di fare sperimentazioni editoriali.

Qual è il rapporto in Italia fra questi editori?

Per quello che riguarda i titoli per ragazzi direi che c’è collaborazione, solidarietà, abbiamo fatto rete. Un esempio  ne è il Catalogone, che è una pubblicazione dove vengono presentati i  libri di alcune case editrici, spiegando com’è la lettura delle immagini o del  testo.

È una pubblicazione gratuita che viene distribuita attraverso le librerie alle biblioteche , alle scuole ed è disponibile anche sul sito della  Babalibri.

Quello che si cerca di fare è di unire le forze e di lavorare sull’informazione perché, abbiamo capito che la cosa importante è far conoscere quello che è un albo illustrato agli addetti ai lavori, agli insegnati, ai bibliotecari, alle famiglie.

Cosa rappresenta il libro per l’infanzia secondo lei?

Secondo me è una tappa imprescindibile per i bambini.

C’è ancora molto da lavorare in Italia. Si da per scontato che ai bambini piccoli sia bello fare dono dei giocattoli ma non di libri.

Noi cerchiamo di lavorare anche in questo senso, perché credo che sia fondamentale offrire dei bei libri ai bambini così piccoli, e soprattutto  perché se si forma un lettore felice già all’età di due – tre anni, lo stesso poi sarà un lettore per la vita.

Interessare un lettore solo più avanti è più difficile per molti fattori. Subentra anche la scuola e non sempre le insegnanti utilizzano  il libro come piacere della lettura. È giusto che le insegnanti insegnino, ma dovrebbero anche educare al piacere della lettura.

Ho letto sul vostro sito che la Babalibri offre anche degli interessanti laboratori didattici.

La creazione di questi laboratori  è stata un mio “capriccio”, nel senso che, avendo lavorato per 15 anni insieme ai bambini piccoli, l’idea di abbandonarli del tutto mi faceva stare un po’ male.

Ho pensato fosse interessante cercare uno scambio reciproco con i bambini inventando dei momenti di condivisione e sono nati così i laboratori alla Babalibri.

L’idea è quella di partire dal libro, passare per un’attività ludica e ritornare al libro. Narrazione e lettore legati da un filo diretto e reciproco.

Che cosa caratterizza la Babalibri rispetto alle altre realtà editoriali?

Noi pubblichiamo solo ed esclusivamente albi illustrati. Ci rivolgiamo ad una fascia d’età ben delineata e questo ci da una grande forza d’identità.

Quello che cerco in più di realizzare è la possibilità di far coincidere lo stesso piacere di lettura per l’adulto e il piccino che leggeranno insieme. È un  obiettivo molto ambizioso ma, io credo nelle sfide nella vita!

Quali  sono le criticità riscontrabili nel vostro lavoro?

Principalmente di tipo commerciale. Il piccolo editore non trova grandi spazi in libreria e deve fare un lavoro più laterale. Noi siamo molto apprezzati dai piccoli librai e da quelli specializzati in libri per ragazzi.

Nelle grandi catene, dove il libro spesso è considerato principalmente un prodotto, bisogna lavorare in modo tale che il genitore conosca già il libro quando lo va a cercare. È il lavoro di informazione di cui parlavamo prima.

Cosa augura all’editoria per l’infanzia?

Io sono una persona molto ottimista e sono certa che in Italia ci sia ancora tanto spazio da scoprire per il libro dell’infanzia.  Mi auguro che  più si vada avanti e più si prenda coscienza di questo elemento così importante rappresentato dall’educazione al libro per bambini.

È necessario però lottare  contro il pregiudizio che ritiene “semplice” pubblicare un  libro per bambini perché, resiste ancora l’idea sbagliata che ai bambini piace di tutto.

Salutandovi vi rinnovo i complimenti per le vostre pubblicazioni ed in particolare per i titoli proposti del grande Leo Lionni.

Leo Lionni è  uno dei più grandi autori per bambini. È un artista che dopo un percorso di 50 anni nel mondo dell’arte e  dopo aver provato e sperimentato di tutto ha detto: “adesso sono pronto a scrivere libri per bambini”.

Questo probabilmente rende perfettamente   la misura di quanto sia complesso farlo, contro tutti i pregiudizi che sostengono il contrario.

Grazie e buon lavoro a Francesca Archinto

 

Vi salutiamo questa volta con una piccola filastrocca, un invito goloso alla lettura e all’arte  dedicato a grandi e piccini: è sempre il momento giusto per leggere insieme.

“Se il libri fossero

di torrone,

ne leggerei uno

a colazione.

Se un libro fosse

fatto di prosciutto,

a mezzogiorno

lo leggerei tutto.

Se i libri fossero

di marmellata darei

una ripassata.

Se i libri fossero

frutta candita,

li sfoglierei

leccandomi le dita.

Se un libro fosse

di burro e panna,

lo leggerei prima

della nanna.”  – Roberto Piumini –

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